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Enna, bollette dell'acqua "salate"

ENNA. Se c'è una cosa che in provincia corre veloce, aumentando senza mai fermarsi, è la bolletta dell'acqua. In sette anni di gestione privatizzata AcquaEnna non c'è stato mai uno stop o un ribasso nelle tariffe. Se n’è accorto un utente che ha messo in serie tutti i costi dal luglio 2008 al luglio 2014. «È impressionante - dice Paolo Mingrino - come non si ferma mai. Aumenta anno dopo anno e non solo per i costi del servizio ma anche per voci nuove». E dire che la privatizzazione dei servizi di gestione di acqua e rifiuti nella prima metà del primo decennio del 2000 venne salutato come un modello virtuoso capace di portare un miglioramento nel servizio a costi più bassi. Tutto il contrario. È stato un disastro nel servizio, meno per la verità per l'acqua, unito a costi che hanno superato perfino l'immaginazione.
Ma ecco i dati che Mingrino ha tratto dalle bollette AcquaEnna. Nel 2008 la quota fissa era stata stabilita in 0,054645 centesimi di euro nel 2014 la ritroviamo a 0,174082 centesimi di euro. Il costo fino a 44 mc è passato da 0,65 a 0,9648. Balzo in avanti anche per la fascia che va da 45 a 96 mc con un costo unitario che passa da 0,9 a 1,411. Stesso balzo in avanti per la fascia di consumo che va da 97 a 180 mc con il costo che è lievitato da 1,1 euro a 1,7487 euro. Aumenti considerevoli anche per fognatura e depuratore. Infine c’è l'uso di AcquaEnna di caricare ogni costo sull'utenza. È il caso del deposito convenzionale. Gli utenti che hanno attivato un contratto con le precedenti gestioni Asen e Amal hanno già pagato tale costo. «Perché - domanda Mingrino - questi soldi AcquaEnna non li chiede a chi li ha in cassa?». Così succede che tanti anziani hanno ripagato, due volte, il deposito cauzionale di 25 euro. Un caso emblematico che si ripete. Muore il sottoscrittore del contratto e rimane in vita la vedova. Questa viene subito chiamata per rimodulare il contratto e le vengono chieste le 25 euro senza dare la minima informazione che il marito li aveva già pagati all'Asen o all'Amal. Lo testimonia il liquidatore dell'Asen che nei debiti inserisce circa 400 mila euro per questa voce. «Noi utenti - conclude Mingrino - vorremmo il Comune più vicino e invece pare che con AcquaEnna ci sia un patto di non belligeranza». «Non è vero - risponde il vicesindaco Salvatore Cappa - io stesso ho sollevato la questione sugli alti costi. L'ho portata perfino in giunta e abbiamo analizzato il problema. Non c’è nulla da fare per un contratto capestro. Quando fu presa questa decisione non ero neppure consigliere ma ricordo bene che appartenne alla gran maggioranza di consiglieri e partiti. Quindi non è riconducibile solo a qualcuno». Ma un referendum ha stabilito a gran maggioranza di pubblicizzare il servizio: «È vero attendiamo disposizioni da Stato e Regione». AcquaEnna ha spiegato il caro bollette con gli alti costi di gestione: acquisto acqua e personale. Ma le assunzioni sono state fatte secondo le necessità stabilite dalla stessa azienda e recentemente alcuni ex dipendenti Asen hanno sottolineato che l'autoproduzione è quasi zero. I pozzi che prima davano acqua oggi sarebbero perfino insabbiati.

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