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Il cibo come cura per alcune patologie: occhi puntati sui prodotti tipici siciliani

Il professore Mario Enea, presidente del distretto tecnologico Agrobiopesca: "Il legame tra alimentazione e salute è una leva economica per rendere più competitivo uno dei settori produttivi italiani più importanti"

PALERMO. I prodotti tipici dell'agroalimentare siciliano tornano sotto la lente d'ingrandimento della ricerca, questa volta l'obiettivo è dimostrare che possono avere un ruolo significativo nella prevenzione e nella cura di alcune patologie se inseriti in una dieta. Per questo ha preso a Catania per concludersi a Palermo la due giorni organizzata dal distretto tecnologico Agrobiopesca: un workshop nel corso del quale verranno presentati i risultati preliminari del progetto DiMeSa, avviato in partnership con le università di Catania, Messina e Palermo, il Cnr, l'Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia e alcune imprese del settore, tra le quali il Pastificio Tomasello di Santa Flavia (PA) e l'A.A.T. di Catania, e coordinato da Giuseppe Carruba, responsabile dell'Unità ospedaliera di Oncologia sperimentale dell'A.r.n.a.s. Civico di Palermo.

L'obiettivo è quello di produrre e promuovere sul mercato prodotti "tipici" come olio e pasta ma che abbiano un alto potenziale salutistico e nutraceutico che possa coadiuvare le terapie di alcune patologie cliniche come quelle cardiovascolari, gli stati infiammatori e anche alcuni tipi di tumori. Tutto questo anche grazie al "bollino di sicurezza" dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che aiuterebbe i prodotti realizzati ad affermarsi nei mercati nazionali ed esteri. Il progetto mira infatti a fornire alle filiere agroalimentari tradizionali, come quella olivicola, cerealicola e quella dell’ortofrutta, le basi tecnico-scientifiche relative ai processi produttivi, alle caratteristiche dietetico-nutrizionali degli alimenti e al loro potenziale salutistico, necessari per ottenere proprio l'approvazione dell'Efsa.

Non solo, quindi, un progetto che ha lo scopo di ottenere un miglioramento dello stato di benessere, salute e prevenzione della popolazione, ma che vuole avere anche un effetto moltiplicatore della capacità di attrazione e delle possibilità di mercato dei prodotti tradizionali dell’agricoltura siciliana. Il professore Mario Enea presidente del distretto tecnologico Agrobiopesca afferma: "Il legame tra alimentazione e salute è una leva economica per rendere più competitivo uno dei settori produttivi italiani più importanti, che con i suoi 408.000 addetti è al secondo posto nell’industria manifatturiera. Il workshop che si concluderà oggi, nel quale si rappresentano i primi risultati ottenuti con il progetto DiMeSa, testimonia l’attuazione del modello virtuoso della triplice elica nel quale si ha l’interazione fra i tre attori fondamentali dell’innovazione: le università e i centri di ricerca, le aziende e il governo".

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