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Morì mentre rubava rame a Catenanuova, sotto accusa il padre

Sul responsabile ed i tecnici dell’Enel l’ipotesi è di omicidio colposo e lesioni colpose perché non avrebbero messo in sicurezza quei cavi nonostante si fossero registrati furti alcuni mesi prima.

ENNA. Una tragedia incredibile: un ragazzo di 16 anni, Federico Maita, morì folgorato da una scossa elettrica mentre stava tagliando alcuni fili della luce, nel novembre del 2011. Adesso la Procura di Enna ha chiesto il rinvio a giudizio di un responsabile di zona dell’Enel, Antonio Bonaventura Badagliacca, 61 anni di Bagheria, e tre tecnici di Valguarnera, Salvatore Parrinelli di 39 anni, Rosario Pelligra di 60 e Claudio Geraci di 49; ma anche del padre del ragazzo, Alessandro Maita di 41 anni, che fu ferito anch’egli dalla scossa elettrica. Secondo la Procura, il padre avrebbe tentato di sottrarre i cavi della luce, tenendo ferma una scala su cui sarebbe salito il giovane Federico, consentendogli di tagliare con una cesoia i conduttori di rame del palo dell’Enel. Una condotta da cui sarebbe derivata, secondo la Procura, come conseguenza non voluta, la morte del ragazzo per folgorazione. L'ipotesi di reato per lui è quella di tentato furto e morte come conseguenza di altro reato.

Va precisato che la ricostruzione che emerse sin dall’inizio da fonti vicine alla famiglia fu totalmente diversa; scagionava il padre del giovane e anzi, ribaltava completamente il significato del suo ruolo nella vicenda: Federico sarebbe andato lì e il padre sarebbe intervenuto solo perché si sarebbe accorto di ciò che stava accadendo, cercando di salvarlo e ferendosi anch’egli.

Per i responsabili dell’Enel, invece, l’ipotesi è omicidio colposo e lesioni colpose, perché, in sostanza, non avrebbero messo in sicurezza quei cavi dell’energia elettrica, nonostante si fossero registrati dei furti, alcuni mesi prima. Avrebbero omesso di adottare le misure richieste al fine di scongiurare ogni pericolo. Gli interventi dei tecnici sarebbero avvenuti 4 mesi prima dell’incidente. E poi, quando padre e figlio sarebbero andati a tentare di asportare i cavi, secondo l’accusa, si verificò l'incidente. Ai carabinioeri il triste intervento sul luogo dove si era compiuta la tragedia.

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