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Quelle vite spezzate al fronte raccontate da Ovadia

Omaggio al milite con «Doppio fronte». In scena con l’artista c’è anche Lucilla Galeazzi

ENNA. Il palcoscenico del teatro Garibaldi si trasforma per una sera in un monumento al milite con “Doppio fronte – Oratorio per la Grande Guerra”, di Moni Ovadia e Lucilla Galeazzi. Al centro della scena un Ovadia in forma smagliante, grande affabulatore che non si risparmia. Legge e interpreta frammenti e storie personali di protagonisti e comprimari del disastro umanitario scoppiato proprio cento anni fa.

Lettere di soldati al fronte, passi di poeti e scrittori come Gadda e Ungaretti per raccontare la sconfitta dell’uomo con ogni divisa. Reggeva benissimo la Galeazzi con quel caschetto di capelli rosso fiammante nel fare da spalla alla voce prorompente e ipnotizzante di Moni Ovadia. Alle loro spalle scorreva sullo schermo l’orrore delle mutilazioni e delle trincee insanguinate, immagini realizzate da Elisa Savi e Andrea Bocca. Ai fianchi un quartetto di bravissimi musicisti commentavano, ora in forma ironica, ora con accenti drammatici: erano Paolo Rocca, Massimo Marcer, Albert Florian Mihai, Luca Garlaschelli.

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