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«Discarica chiusa, i rifiuti a casa», emergenza a Piazza Armerina

Necessario trattenere tra le mura domestiche il secco indifferenziato sino a quando non verrà riaperta la struttura di Gela

PIAZZA ARMERINA. Torna l’emergenza rifiuti e ai cittadini viene ordinato di tenersi la spazzatura a casa. Stato di allerta proclamato con ordinanza urgente dal sindaco Filippo Miroddi dopo la chiusura della discarica di contrada Timpazzo a Gela, impianto presso il quale vengono smaltiti anche i rifiuti non differenziati della città dei mosaici. Il Comune ha avviato da poco più di una settimana la raccolta differenziata, con il sistema del porta a porta, ma una parte consistente dei rifiuti, la cosiddetta frazione indifferenziabile, finisce pur sempre in discarica.

Senza Timpazzo, la cui chiusura è senza un termine preciso, scattano subito per i prossimi giorni, quindi, problemi potenziali di carattere igienico-sanitario, tanto che il primo cittadino ha deciso di prendere alcuni provvedimenti contingenti per affrontare la situazione. Attivato intanto il Coc, il centro operativo comunale di protezione civile. Un’altra ordinanza, poi, è di quelle destinate fin da subito a non essere attuate dai cittadini.

Il sindaco Miroddi, infatti, ha ordinato alla popolazione a «trattenere tra le mura domestiche il secco indifferenziato sino alla riapertura delle discariche o a nuove disposizioni dell’amministrazione comunale». Per la plastica, l’umido e la carta tutto continua come prima, con la possibilità nei giorni da calendario di conferirli al servizio di raccolta porta a porta. Per il cosiddetto secco non differenziato, invece, la cui consegna è prevista normalmente martedì e sabato, vale la nuova ordinanza che dispone di lasciare il rifiuto a casa. Almeno per ora. Ma siccome il secco non differenziato sulla strada ci finirà lo stesso l’amministrazione comunale ha dato il via libera ad una misura di scorta, il deposito temporaneo di questi rifiuti nell’area dell’ex discarica di contrada Scalisa, impianto dismesso da molti anni. Scalisa è rimasta in attività dal 1995 al 1999 e al suo interno viene valutata la presenza di circa 200 mila metri cubi di rifiuti. Il suo utilizzo straordinario viene assunto per il tempo strettamente necessario al superamento dell’emergenza.

Alle forti e per certi versi attese difficoltà operative e culturali legate al passaggio al nuovo sistema della raccolta differenziata si aggiunge, quindi, un’emergenza nuova che i cittadini piazzesi speravano di non dover tornare a rivivere. Bastavano già i problemi legati ad una differenziata partita tra cumuli di rifiuti incontrollati in giro per la città, mancanza di vigilanza da parte delle forze dell’ordine e la violazione degli orari, dei giorni e del tipo di rifiuti da conferire.

L’azione dei cani randagi, poi, in molti casi fa il resto. Disservizi che hanno una ricaduta negativa sulla pulizia e l’immagine della città. Lunedì mattina cumuli di rifiuti, alcuni dei quali sparpagliati a terra, in piazza Falcone Borsellino, dove si era svolto il mercato un giorno prima. Cumuli di rifiuti e proteste dei residenti in via Santa Croce, poco dopo l’incrocio con via Cesare Pavese, dove i quattro cassonetti ancora rimasti sul posto, vengono completamente invasi da sacchetti dell’immondizia.

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