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Enna, attesa per il rientro del medico italiano guarito dall'Ebola

I colleghi di corsia: «È cambiato il suo aspetto ma non il piglio deciso»

ENNA. Ebola è stata sconfitta ma ha lasciato il segno nella vita e sul bel volto di Fabrizio Pulvirenti il medico cinquantenne volontario di Emergency, che venerdì a notte fonda è finalmente tornato nella sua Sicilia riabbracciando l’anziana mamma. Nella prima apparizione in pubblico appare con capelli e barba completamente bianchi come se fossero passati anni da quando per le strade di Enna, la città dove svolge il suo lavoro, si vedeva girare sulla Custom nera, la sua moto di grossa cilindrata. Invece di giorni, dal suo contagio a Lakka in Sierra Leone ne sono passati appena quaranta. «È cambiato il suo aspetto ma non il piglio deciso»», hanno commentato i colleghi del reparto di Malattie infettive dell’Umberto I, tanto che il volontario medico tornerà presto in Africa. L’infettivologo, in tuta grigia, non sembra più lo stesso che fino a qualche mese fa indossava un giubbotto di pelle nero. Atterrato in Africa il 18 ottobre ieri è finalmente tornato a Catania trascorrendo la sua prima giornata nella casa materna dopo i lunghi giorni trascorsi in isolamento circondato dai suoi affetti più cari, la madre, le due figlie Norma e Anya (che lo hanno raggiunto da Enna) e la sorella, tutti insieme almeno per un breve periodo di tempo. «La mia esperienza in Sierra Leone non si è ancora conclusa», ci anticipava il giorno di Santo Stefano.

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