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Rabbia in Consiglio: «L’ospedale di Nicosia
condannato a morire»

Ieri l’assemblea comunale aperta al personale del «Basilotta» per fare il punto sulla situazione della struttura sanitaria e sulle gravi carenze d’organico

NICOSIA. Rimane grave la situazione organizzativa dell’ospedale Basilotta dove le carenze d’organico sono più simili a voragini e dove non vengono attivati servizi fondamentali per un ospedale di primo livello che deve garantire urgenze ed emergenze e solo per fare un esempio non è dotato di Rianimazione. Partendo da queste considerazioni e ritornando ad esse ieri mattina una conferenza dei capigruppo allargata ai medici del nosocomio cittadino e alle sigle sindacali ha fatto il punto di una situazione problematica da molto, troppo, tempo. L’obiettivo comune, chiesto a gran voce dai medici, sarà quello di coinvolgere la politica regionale e anche il nuovo manager dell’Asp di Enna che dovrebbe insediarsi martedì prossimo affinché le promesse siano finalmente mantenute.

Dalla riunione di ieri è emersa una situazione drammatica anche perché le numerose segnalazioni rimangono senza risposta. Una per tutte quella relativa alla relazione dalla quale avrebbe dovuto essere avviata la Tipo (Terapia intensiva post operatoria) che risale a tre anni fa ma che è rimasta lettera morta come quella per la Rianimazione che risale a novembre del 2013. Al Basilotta ci dovrebbe essere una Rianimazione con 8 posti letto, ma non è mai stata attivata dopo che 26 anni fa per non meglio specificate ragioni venne soppressa. Sulla carta il Basilotta, tra quelli della rete sanitaria regionale, è un ospedale da potenziare. Ma solo sulla carta perché i vuoti d’organico sono spaventosi. A Medicina sulla carta ci sono 7 medici ma poi due di loro non possono, per ragioni di salute, lavorare in corsia. Uno ha la 104 e e non effettua reperibilità e da giorno 15 due sono stati comandati all’Umberto I di Enna.

 

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