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Il Comune di Enna cerca case da affittare, solo tre dicono «sì»

Solo tre i proprietari di case «libere» hanno dato la loro disponibilità al Comune che cerca alloggi da affittare. Scavuzzo dell’Uppi: «Il bando non è stato divulgato nel modo giusto. In molti non si sono fidati».

ENNA. Sono stati solo in tre i proprietari di abitazioni che si sono dichiarati disponibili ad offrire le proprie case in locazione al Comune per destinarli a famiglie in disagio. L'obiettivo per nulla sottaciuto era di avere la disponibilità di 10 alloggi. L'amministrazione ha penato già per ottenere questo primo risultato, 3 disponibilità. Infatti il bando è stato prorogato e gli appelli dell'assessore al Bilancio Vittorio Di Gangi sono stati numerosi ma come si suol dire la montagna ha partorito il classico topolino. Una domanda ci sta. Perchè se gli affittasi in città sono così numerosi in pochissimi hanno offerto la loro disponibilità a locare al Comune. Lo abbiamo chiesto a Luigi Scavuzzo presidente provinciale dell'Uppi, Unione piccoli proprietari: «Credo che una cattiva informazione e divulgazione del bando sia stata la causa principale». Non sono quindi bastati gli appelli? «No perchè i piccoli proprietari avrebbero dovuto essere informati più dettagliatamente, pagano ancora le conseguenze del blocco degli sfratti degli anni precedenti. Le scarse informazioni li hanno portati a non fidarsi della bontà dell’iniziativa, preferendo lasciare gli alloggi vuoti».

Quindi riproporre il bando e puntare su una buona informazione potrebbe essere la medicina giusta? «Guardi proprio io ho approfondito la tematica con due dei tre che hanno presentato istanza. Quindi vuol dire che che sviscerare la problematica paga». Comunque il mercato immobiliare nel suo complesso batte la fiacca: «Sicuramente non siamo in un momento particolarmente buono, anzi. C'è da dire però che registriamo buoni risultati dal primo bilancio effettuato sull’accordo territoriale sottoscritto dall'Uppi per i contratti concordati». L'accordo è del mese di giugno scorso e propone un buon risparmio fiscale con la cedolare secca per i contratti a canone concordato. È prevista l'Irpef al 10 per cento e l'abolizione della tassa di registrazione e dei bolli.

 

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