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Rientra l’«allarme brucellosi» a Enna: altri 2 allevamenti dissequestrati

Il provvedimento riguarda due mandrie che si trovano nelle contrade Ciaramito e Lombardi

ENNA. È rientrato l’allarme tubercolosi bovina nelle contrade di Enna. Altri due allevamenti escono dalle restrizioni sanitarie, che avevano interessato centinaia di capi di bestiame: i medici adesso hanno certificato che stanno bene. Il provvedimento del sindaco Paolo Garofalo riguarda due mandrie delle contrade Ciaramito e Lombardi, che erano state poste sotto sequestro alcuni mesi fa per il rischio di tubercolosi bovina: ora sono “libere” da ogni limite o prescrizione. Hanno dato i frutti attesi le azioni di profilassi e contrasto delle zoonosi, nei cui confronti la sensibilità, da parte degli addetti ai lavori, da alcuni anni a questa parte è altissima.

Nel giro di pochi mesi sono stati dissequestrati più di trenta allevamenti fra Enna, Leonforte e varie cittadine della zona nord, perché non ci sono più, come registrato adesso per gli ultimi due allevamenti, “rischi” di diffusione delle patologie. Le ordinanze sono arrivate alla luce delle “risultanze favorevoli dei controlli” effettuati dai veterinari nelle due aziende, per la diagnosi di tubercolosi. Questa malattia, dunque, adesso è esclusa a tutti gli effetti. I titolari degli allevamenti bovini possono riprendere le loro attività senza dover più fare i conti con sequestri “fiduciari”. Il dissequestro comporta che non ci sarà più alcun tipo di vincolo, eccetto che per l’utilizzo del latte da destinare al consumo umano, che dovrà essere raccolto in contenitori identificati con degli appositi contrassegni e destinato a caseifici che siano dotati di attrezzature idonee per essere risanato, prima della lavorazione mediante trattamento di pastorizzazione o qualsiasi altro trattamento termico equivalente, fino a quando sarà riacquisita la qualifica di “allevamento ufficialmente indenne”.

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