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Il medico siciliano guarito dall'Ebola: «Domani ritorno al mio lavoro»

Ieri ha ricevuto una targa dal suo ordine professionale. «Non sono un eroe»

ENNA. Da domani Fabrizio Pulvirenti, il medico del reparto di Malattie infettive contagiato da Ebola in Sierra Leone e poi curato allo Spallanzani di Roma, reindosserà il camice bianco all'Umberto primo. “No so stare con le mani in mano” il suo primo commento. Lo ha comunicato ieri sera nel corso di una manifestazione nei locali dell'Ordine dei medici organizzata dal presidente Renato Mancuso che a nome di tutti i colleghi gli ha consegnato un quadro. Presenti, fra gli altri, il prefetto Fernando Guida, il sindaco Paolo Garofalo e il neo dirigente generale dell'Asp di Enna Giovanna Fidelio: «Non poteva esserci occasione migliore per iniziare la mia attività ad Enna». Anche la Fidelio s'insedia domani.

Ad inizio manifestazione una telefonata in diretta dell'assessore regionale alla Sanità Lucia Borsellino che rivolgendosi a Pulvirenti ha detto: «Sono emozionata ed orgogliosa di quanto ha fatto. Spero di poterla abbracciare presto». Il prefetto Guida: «Ha fatto della sua professione una missione». E il sindaco Garofalo ha comunicato che il Comune ha costituito un filo con Emergency, l'organizzazione che ha portato Pulvirenti in Sierra Leone: «Rileviamo che in Sicilia ci sono 50 mila bambini che vivono sotto la soglia di povertà. Anche questa è emergenza». Il primario di Malattie infettive di Enna Luigi Guarneri: «Aspettiamo Fabrizio a braccia aperte». «Non sono un eroe – ha concluso Pulvirenti – questi riconoscimenti vanno a tutti i volontari. Proprio in Sierra Leone ho ricevuto tanta solidarietà. Dopo 20 minuti dalla comunicazione del mio contagio si sono presentati 3 guariti per donarmi il sangue. Penso di tornare in quei posti».

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