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Spaccio di droga nell'Ennese, l'accusa chiede condanne dimezzate

LEONFORTE. Sta per arrivare il momento della verità al processo di appello Nickname, sul traffico di cocaina e marijuana scoperto due anni fa dagli agenti del commissariato di Leonforte. La Corte di Appello deciderà il 4 giugno, ma le pene potrebbero essere dimezzate, rispetto alla sentenza di primo grado, perché questa è stata la richiesta della pubblica accusa. Secondo il procuratore generale di appello, a questo caso andrebbero applicate le pene previste per l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti di «lieve entità».

Un’opzione che, se applicata al caso dei presunti capi, significherebbe una riduzione da 13 anni a 6 anni e 3 mesi di reclusione per Pietro Cuccia; e da 10 anni a 5 anni e 6 mesi per Massimiliano Scaminaci. Le riduzioni nette riguarderebbero tuttavia anche figure di non primissimo piano, come Giuseppe Cuccia, che in primo grado aveva preso 7 anni di reclusione, per cui è stata chiesta la riduzione a 4 anni e mezzo. In primo grado, si ricorda, con il rito abbreviato era stata una sentenza con condanne pesantissime. Erano state inflitte pene per quasi un secolo e mezzo di carcere, ben 138 anni di prigione divisi, con vari calcoli, ai 27 imputati.

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