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La bottiglia che profuma di storia: sbarca all’Expo il vino di «Polifemo»

PIAZZA ARMERINA. Il vino di Polifemo sbarca all'Expo di Milano, passando per la Villa Romana del Casale. Presentato ieri in tarda mattinata al Padiglione Italia il progetto che nella sua fase finale dovrebbe portare accanto al sito Unesco alla produzione di oltre 2 mila litri di vino all'anno, un vitigno che profuma di storia, almeno nell'intenzione dei progettisti.

Obiettivo della scommessa è individuare i vitigni autoctoni coltivati nel IV secolo nella zona del sito archeologico, per poi impiantarli vicino al sito Unesco e produrre vino con sapori e profumi il più vicino possibile a quelli del periodo in cui la dimora romana venne costruita e abitata. Del resto una delle scene musive più suggestive che i turisti possono ammirare ogni giorno, guardando i pavimenti a mosaico di contrada Casale, è proprio quella in cui il gigante Polifemo, seduto all'interno della grotta, circondato da pecore e capre, si appresta a ricevere la coppa piena di vino portatagli dall'astuto Ulisse.
Scena musiva del sito archeologico che potrebbe diventare presto l'immagine simbolo del vino stesso prodotto e imbottigliato grazie alla partnership e finire proprio sull'etichetta. L'iniziativa prende le mosse dalle analisi palinologiche effettuate sugli strati del sottosuolo del sito archeologico, utilizzando i più moderni strumenti offerti dalla scienza che studia i pollini e le spore. Lo hanno spiegato all'Expo il direttore del Parco Archeologico della Villa Romana, l'architetto Rosa Oliva, e docenti coinvolti nella fase di ricerca.

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