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Cani randagi in...gabbia a Enna: proteste degli animalisti

La cattura effettuata dagli operatori di Rifugio Mimiani. Fussone: è l’unica soluzione per evitare che vengano travolti dalle auto

ENNA. Per tre giorni i responsabili del Rifugio Mimiani andranno a “caccia” di randagi in contrada Ferrante nei pressi dell’ospedale Umberto primo. La ditta del nisseno si occupa, su incarico del Comune, della cattura e mantenimento di cani randagi. I giorni di “caccia” indicati in una ordinanza comunale sono domani, giovedì 3 settembre, poi sabato e lunedì. Nella zona da diverse settimane è stato individuato un branco di cani con due o tre soggetti adulti e cinque cuccioli.

Stazionano costantemente nei pressi della stradella che costeggia il perimetro dell’ospedale che porta nel gruppo di case situate proprio sopra la strada di scorrimento veloce Pergusina. Il gran via vai di automobili, ciclomotori e motociclette ha già fatto una vittima. Nei giorni scorsi uno dei cuccioli e rimasto sotto le ruote di un’autovettura. Il branco costituisce comunque un pericolosità per l’intralcio che causa e quindi da domani inizia l’opera di cattura mediante l’installazione di un box amovibile. La morfologia della zona non consente una normale azione di cattura dei randagi. La collina è ancora verde e vasta e gli animali possono facilmente darsi alla fuga

. «Non è una soluzione che ci piace - dice Cesare Fussone consigliere comunale di Patto per Enna e volontario dell’associazione Oipa che si occupa di assistere i cani -. Ma in questo momento dobbiamo mettere in conto anche i pericoli che i cuccioli corrono. Non a caso già uno è morto sotto le ruote di un’autovettura. Prima di tutto bisogna salvarli». E quindi la gabbia? «È la tecnica meno aggressiva che procura meno danni agli animali». È comunque una tecnica che non vi piace? «Assolutamente no. Bisogna attivare un piano per risolvere finalmente il problema. Speriamo che entro dicembre il piano di sterilizzazione sia entrato a regime».

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