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Meno migranti ad Enna, presenza ridotta del 26%

ENNA. In poco più di un anno si è ridotto del 26 per cento il numero di immigrati presenti nei Cas, centri di accoglienza straordinaria, della provincia di Enna. Il dato proviene da fonti della Prefettura: se a luglio dell’anno scorso, nel pieno dell’emergenza, nell’Ennese si trovavano 410 immigrati in attesa di protezione internazionale, adesso sono 300.

Gli altri sono andati via, anche se la compagine stessa dei centri – strutture ricettive e non detentive, dove gli immigrati sono liberi di muoversi e di uscire, soprattutto quando hanno ultimato la procedure per ottenere, o meno, lo status di rifugiato – non consente di sapere dove siano andati. Nove volte su dieci, spiegano gli operatori che hanno avuto modo di conoscerli e di lavorare con loro, tendono a partire verso altri Stati europei: l’Italia non è quasi mai il loro sogno. Intanto, l’altro dato importante trapelato ieri riguarda l’identificazione e la definizione delle loro “pratiche”. Dal mese di maggio a oggi, Enna ha trattato tutte e 410 le loro situazioni. Una burocrazia veloce, per una volta, particolarmente virtuosa, specie considerato che a chiedere di snellire le procedure, all’Italia, sono con insistenza vari Stati dell’Unione Europea. Non è disponibile una casistica relativa all’esito dei procedimenti per il riconoscimento, o meno, della protezione internazionale, ma chi ha visto bocciare la propria richiesta, in molti casi, ha fatto ricorso e si trova ancora in Italia, in provincia, in attesa che il suo “appello” venga trattato. Sta di fatto che sono quattro, da quanto si evince, gli esiti possibili della richiesta di protezione internazionale: è possibile che venga riconosciuto un asilo per rifugiati, un provvedimento “sussidiario” o “umanitario”, oltre a essere possibile – ipotesi tutt’altro che remota – che le richieste vengano respinte. L

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