ENNA. Numerosi studenti avevano già versato la prima rata dei 2.200 euro previsti per il corso di lingua rumena, già iniziato il 12 ottobre presso i locali dell’Ospedale Umberto I di Enna. Il tutto era finalizzato ad ottenere un attestato necessario per la frequenza dei corsi universitari in Medicina e Professioni Sanitarie erogati dalla Università “Dunarea De Jos” di Galatj.
E in molti dunque avevano già iniziato a frequentare a ritmo serrato le lezioni in quelle aule che da dicembre avrebbero dovuto ospitare i corsi Universitari di Medicina e Professioni Sanitarie. Peccato che quei corsi non siano mai stati autorizzati dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
In mattinata le aule sono però rimaste vuote, perché la Guardia di Finanza si è presentata all’Umberto I e le ha sequestrate su disposizione del Procuratore Capo della Repubblica, dott. Calogero Ferrotti e su operazione delle Fiamme Gialle ennesi, al fine di impedire una occupazione senza alcun presupposto legale. A marzo 2014, il Commissario straordinario pro-tempore dell’ASP di Enna aveva siglato un protocollo con la Fondazione Proserpina e in virtù dello stesso accordo un anno fa l’ASP le aveva consegnato 28 locali, di cui 16 al 4’ piano e 12 al “piano 0”.
Ma tale protocollo non esiste agli atti dell’Ente, che ora non trova più neanche l’ originale. Il nuovo Direttore Generale, al momento del suo insediamento, fece sgomberare i locali al quarto piano ma non prese alcun provvedimento relativamente a quelli del “piano 0”, che erano e sono rimasti occupati fino ad oggi dalla “Fondazione Proserpina”.
Per altro, tale Fondazione che in realtà Fondazione non è mai stata, non essendone stato riconosciuto giuridicamente lo status. Fondata nel 2011, con lo scopo di supportare l’Università Kore di Enna, solo a fine settembre ha chiesto il riconoscimento quale Fondazione. Nel frattempo però aveva già siglato un protocollo con l’ASP nel 2014, una convenzione con la Regione Siciliana nel 2015 e a metà settembre aveva deliberato la sua trasformazione in società commerciale, ora “Fondo Proserpina S.r.L.”.
A richiedere l’intervento della Procura era stato il MIUR dopo aver inutilmente diffidato la Fondazione Proserpina ad interrompere i corsi.
Anche la Prefettura sta svolgendo gli approfondimenti del caso che, da un primo riscontro, comprovano le prime risultanze investigative compiute.
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