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Furti ai bancomat, blitz nell'Ennese: nel mirino anche gli ospedali

ENNA. Grazie all’ “Operazione “21” della polizia di stato è stata sgominata una banda di criminali dedita alla commissione di furti ai danni di apparati bancomat in provincia di Enna. Le persone a capo della banda  sono: il basista Mario Bonelli di Nicosia (EN) di 25 anni, il mandante Angelo Magrì catanese di  34 anni  e gli esecutori materiali Pietro Verga catanese di 25 anni e Vincenzo Verga catanese di 42 anni. La banda ha preso di mira i bancomat della Banca Nazionale del Lavoro all’interno dell’Ospedale “Basilotta” di Nicosia (EN) e quello dell’Ospedale “Branciforti Capra” di Leonforte (EN).

Sono stati sottoposti agli arresti domiciliari altre 2 persone  Angelo Verga catanese di 25 anni e Giuseppe Caruso  catanese di 25 anni.

Il bancomat della Banca Nazionale del Lavoro collocato all’interno dei locali dell’Ospedale “Basilotta” di Nicosia che è stato scardinato 30 settembre 2015, è stato abbandonato davanti al nosocomio. Il gruppo non riuscì a portare via l’apparato bancomat a causa dell’esplosione del congegno di sicurezza che comportava una copiosa fuoriuscita di inchiostro che rendeva inutilizzabili le banconote. Mentre il 7 ottobre del 2015 i malviventi sono riusciti a portar via il bancomat  Banca Nazionale del Lavoro collocato all’interno dei locali dell’Ospedale “Branciforti Capra” di Leonforte  conteneva 17.830 di euro.

L’attività investigativa, diretta dalla Procura della Repubblica di Enna, ha avuto origine nel corso dei servizi tecnici svolti nell’ambito di altro procedimento penale relativo al delitto di estorsione a  una ditta edile che stava eseguendo dei lavori pubblici in Nicosia. Per questo reato Mario Benelli era stato arrestato in flagranza di reato. Le indagini hanno consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale, che aveva Bonelli come referente  nella provincia di Enna. Grazie all’analisi dei tabulati telefonici dell’utenza di Bonelli e al monitoraggio della sua Mercedes  è emerso che l’uomo manteneva un periodico con gli indagati al fine di prestare il proprio supporto logistico. Il gruppo capeggiato era capeggiato  da Angelo Magrì e da Pietro Verga che si recavano in provincia di Enna per rubare i bancomat

Nel corso della captazione dei dialoghi telefonici fra gli indagati è emerso come i malviventi per comunicare tra loro, al fine di organizzare i “raid” notturni, utilizzassero un linguaggio criptico, caratterizzato sovente da metafore calcistiche. I raid erano degli “incontri di calcetto” con schieramento delle relative squadre in campo. In queste fantomatiche “partite” i soggetti indicavano quale squadra avversaria quella “formata” dalle forze di polizia.

Infatti, se nel corso dei sopralluoghi constatavano la presenza di polizia, rimandavano il colpo adducendo che per quella serata “l’altra squadra era più forte”. Inoltre, quando non riuscivano a concretizzare i colpi per la defezione di alcuni complici, anche alcuni familiari, a conoscenza degli “affari”, commentavano il comportamento “pusillanime” del correo “che aveva paura di giocare”.  Altre metafore utilizzate dagli indagati nel corso delle varie fasi della perpetrazione di furti, per indicare la presenza di forze di polizia sul territorio, richiamavano contesti metereologici, di volta in volta, veniva detto: “sta piovendo forte”, oppure, “c’è caldo”.

 

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