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Tentata concussione e abuso d'ufficio, accuse infondate per l'ex sindaco di Enna

ENNA. Il Tribunale ha definitivamente archiviato ogni accusa che gli era stata rivolta. Tentata concussione, abuso d' ufficio, da ultimo pure una presunta diffamazione: tutto è stato ritenuto dai giudici insussistente. Ma a Paolo Garofalo, ex sindaco di Enna, che per le accuse - scaturite dalle denunce di una dipendente: abuso per le nomine nel comitato di valutazione, e tentata concussione per aver tentato di costringere la funzionaria a ricoprire anche un altro incarico nell'ente, accuse ipotizzate sempre nella sua veste di sindaco - ha scelto di non candidarsi alle scorse comunali, quando tutti davano per certa la sua corsa al secondo mandato di primo cittadino, resta l' amaro in bocca. Ed è lui stesso ad ammetterlo: "Altroché se mi brucia".

"Stavo lavorando per una lista del Sindaco, in appoggio a quelle del mio partito e della coalizione - afferma Garofalo -. Tanti giovani, donne, professionisti, disponibili a continuare il lavoro duro di rilancio della comunità. Quelle stesse persone e tutta la comunità ennese non meritavano un sindaco inquisito e pertanto ho scelto di non candidarmi. Fortunatamente non vivo la politica come professione e quindi ho nutrito la bellezza di tornare a curare i miei interessi personali; ma la botta l' ho subita. Tra l' altro le condizioni politiche per una rielezione non erano peregrine".

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