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I roghi a Nicosia, la Coldiretti: «Danni incalcolabili»

Ancora immagini da contrada Ciappiere (foto di Cristina Puglisi)

NICOSIA. Ad una prima sommaria stima la conta dei danni degli incendi che hanno falcidiato Nicosia il primo agosto sembra un bollettino di guerra. Oltre alla devastazione della riserva naturale orientata Monte Altesina, bruciata per una estensione al momento stimata fra i 500 e i 600 ettari, nelle contrade Spirini - Casale, Ciappiere e Anzolina i danni economici, su una superficie percorsa dal fuoco di circa 200 ettari, sono ingentissimi.

Danni alle aziende agricole, dalle staccionate, agli impianti idrici, alle riserve alimentari per gli animali, ai mezzi agricoli. Intere famiglie sono sul lastrico. Il fuoco, infatti, ha inghiottito diversi uliveti, migliaia di piante, la stragrande maggioranza della quali secolari.

A parlare dei danni e di un' economia in ginocchio è Francesco De Luca, presidente della locale Coldiretti. E intanto lunedì alle 10 si terrà in Prefettura il tavolo tecnico sollecitato dal sindaco Luigi Bonelli per la sicurezza del territorio.

«I danni provocati dai vasti incendi - spiega Francesco De Luca - sono incalcolabili, in particolare per la distruzione degli ulivi seco lari, fonte di reddito per molte famiglie. Nelle contrade Spirini, Casale e Ciappiere - continua - erano presenti migliaia di ulivi secolari che adesso sono un mucchio di cenere e sarà impossibile, nel breve periodo, riuscire a rimpiazzarli.

Un altro danno economico consistente che ha colpito il comparto agricolo è quello legato alle scorte di viveri per gli animali. Sono andati distrutti - aggiunge - fieno ed erba. Non capisco davvero - sottolinea, facendo propria un' opinione diffusa - cosa si guadagna quando si distrugge un intero territorio e la sua economia».

L' economia locale è fortemente legata alle risorse agricole e le aziende danneggiate sono centinaia. Ma anche il danno ambientale non si può sottovalutare e nella riserva di Monte Altesina un fronte di fuoco di due chilometri ha spazzato via, fra boschi e pascoli, circa 600 ettari. La riserva sembra essere uno dei luoghi privilegiati dai criminali che appiccano i fuochi, che continuano a depauperare questo bene ambienta le di notevole pregio. E se con i vari incendi che si sono succediti negli anni, la lecceta che è il cuore della riserva, si è sempre salvata, per il resto ciò che rimane è un' ampia fascia nera di cenere.

«Lunedì alle 10 - spiega il sindaco Luigi Bonelli - in Prefettura ci sarà un tavolo tecnico per discutere di quanto è successo e per implementare un sistema di sicurezza, che ritengo assolutamente necessario, visto che questi incendi hanno messo a serio rischio delle vite umane».

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