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Troina, l'antiracket: "Fuori i nomi dei collusi coi boss"

TROINA. La battaglia contro la mafia non si può fermare, è questo il momento di rilanciare facendo emergere i nomi di chi a Troina ha garantito i collegamenti con i vertici decapitati dall’operazione Nebrodi, di metà febbraio, che ha portato in carcere 9 persone.

È l’appello di Gaetano Catania, presidente dell’Associazione antiracket ed antiusura di Troina nata, tre anni fa, per difendere soprattutto l’economia agricola minata dal racket.

A Troina solo nel 2011 si era registrata una media di circa 100 furti e 8 mezzi bruciati. Il fenomeno criminale più diffuso erano i furti dei mezzi agricoli con il cosiddetto «cavallo di ritorno», cioè la richiesta estorsiva di circa metà del valore del mezzo che era stato rubato per poterlo ottenere indietro. Un fenomeno, che grazie alla collaborazione delle vittime assieme all’impegno delle forze dell’ordine e dell’amministrazione comunale, è stato frenato tanto che a partire dal 2012 questi reati sono diminuiti dell’80%.

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