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La mafia sui fondi Ue, blitz tra Enna e Messina: 6 arresti, sequestro da 11 milioni - Video

PALERMO. Sei ordinanze di custodia cautelare nei confronti di personaggi legati al clan Emmanuello tra Valguarnera Caropepe in provincia di Enna e Capizzi in provincia di Messina.

L’operazione denominata “Nibelunghi” è stata coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. I finanzieri del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria di Caltanissetta e dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Enna hanno dato esecuzione a sei ordinanze di custodia cautelare, due in carcere e quattro agli arresti domiciliari, emesse dal gip del tribunale di Caltanissetta. Sono sei le persone indagate per concorso esterno in associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni di proprietà di affiliati a cosa nostra.

La misura cautelare della custodia in carcere è stata emessa nei confronti di: Gabriele Giacomo Stanzù, di 57 anni, già detenuto nel carcere Ucciardone di Palermo e il fratello Nicola Antonino Stanzu’, di 40 anni.

La misura cautelare della custodia agli arresti domiciliari è stata emessa nei confronti della moglie di Nicola Antonino Stanzu’ Carlotta Conti Mammamica, di 41 anni;  Antonio Di Dio, di 30 anni; Carlo D’Angelo, di 53 anni, Nunzia Conti Mammamica,  di 42 anni.

Gli investigatori dicono che le indagini hanno fatto emergere gli interessi della criminalità organizzata di stampo mafioso nell'illecita acquisizione di aziende agricole e di appezzamenti di terreni utilizzati per la presentazione di domande per i contributi Agea.

Le indagini sono state effettuate seguendo il flusso patrimoniale di Gabriele Giacomo Stanzù,  che ha riportato una condanna definitiva per assistenza agli associati mafiosi, nell’’ambito dell’attività di indagine  denominata “Dioniso”, coordinata  negli anni 2004 2005  dalla Dda di Catania. Gabriele Giacomo Stanzù è stato arrestato il 30 novembre 2011 per l’omicidio di Francesco Saffila e condannato in via definitiva alla pena di 14 anni di reclusione.

Le indagini sono scaturite dall’analisi delle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, che hanno fatto emergere la vicinanza dei fratelli Stanzù al clan gelese Emanuello.

L’attività illecita ha permesso alla famiglia Stanzù, attraverso dei prestanome, di continuare a beneficiare dell’incameramento di aiuti comunitari.

Sono stati individuati anomali flussi di capitali e di patrimonio, dalla disponibilità di Gabriele Stanzu’ a quella degli arrestati. I beni sequestrati per un valore superiore a 11 milioni di euro sono terreni, fabbricati, autovetture e diversi conti correnti postali e bancari.

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