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Omicidio di Barrafranca, la mafia dietro l'assassinio di Zuccalà

BARRAFRANCA. Gli hanno sparato a bruciapelo, dandogli un colpo di grazia al volto con un fucile a pallettoni quando forse era già morto. Le uniche novità trapelate ieri, all’indomani del delitto di Antonio Zuccalà, l’ex ragioniere capo del Comune di Barrafranca – ucciso mercoledì mattina nel suo casolare di contrada Friddani, lungo la strada provinciale numero 15 che collega il paese a Piazza Armerina – confermano la modalità mafiosa dell’agguato.

Cinque colpi di arma da fuoco, tre esplosi da una pistola e due da un fucile calibro dodici. Forse un primo colpo di fucile a pallini, per tramortire la vittima, poi un altro sparo da distanza ravvicinata al volto. Al momento, comunque, l’indagine resta di competenza della Procura ordinaria di Enna e del magistrato di turno al momento del delitto, il sostituto procuratore Domenico Cattano, dell’ufficio diretto dal procuratore Massimo Palmeri. Ma in queste ore sarebbero continui i contatti con la Dda di Caltanissetta, dove il fascicolo potrebbe essere trasmesso.

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