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Impresa trevigiana vuole investire 25 milioni ad Agira: arriva il "no" delle istituzioni

AGIRA. Dopo un’attesa per pareri e autorizzazioni durata quasi 5 anni, sfuma il progetto d’investimento di 25 milioni di un’impresa trevigiana ad Agira. La Sovrintendenza di Enna ha bocciato il progetto della Fassa Bortolo che intendeva aprire una cava di calcare per uso industriale in contrada Santa Nicolella, nel pieno di una zona degradata che già in passato fu una cava, dismessa da 30 anni.

Il progetto prevedeva l’assunzione di cento persone. La Sovrintendenza ha emesso un provvedimento di «diniego dell’autorizzazione» perché il parere paesaggistico è negativo. Un pronunciamento vincolante per l'iter dell’impresa leader nel settore dei prodotti per l'edilizia. Il motivo è la presenza, in un sito esteso per circa quattro ettari, di «resti di età neolitica ed eneolitica, di un centro indigeno ellenizzato e di una necropoli».

Per la Sovrintendenza la «tutela dell’antico sito scoperto" sarebbe incompatibile con «l'attività estrattiva nella cava». Amaro il commento del sindaco di Agira, Maria Greco: «Alcuni concittadini continueranno a interrogarsi su cosa mettere nella pentola a mezzogiorno mentre altri saranno contenti di poter ammirare i reperti».
Il parere dei Beni culturali è giunto dopo la denuncia sui media del titolare dell’impresa, Paolo Fossa, che la settimana scorsa aveva paventato il ritiro del progetto, stremato da quasi 5 anni di attesa.

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