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Escursione di protesta ad Agira per dire "no" alla riapertura della cava

Una escursione di protesta per dire no alla riapertura della cava di Santa Nicolella, a Monte Scalpello, in territorio di Agira. La organizza l’associazione per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali ed ambientali, Sicilia Antica, la prossima domenica.

La protesta, dopo la notizia che il direttore generale del dipartimento regionale dell’energia, Salvatore D’Urso e il dirigente del distretto minerario di Caltanissetta, Michele Brescia, avrebbero rilasciato l’autorizzazione alla società Fassa Bortolo per la riapertura della cava di calcare, nonostante i numerosi appelli lanciati nei mesi scorsi dall’associazione Sicili Antica.

L’area, interessata dal progetto dell’azienda trevigiana, ricade sul versante occidentale di Monte Scalpello, sottoposto a vincolo idrogeologico e paesaggistico. Il complesso di Monte Scalpello-S.Nicolella riveste anche, un’eccezionale importanza sotto il profilo paleontologico. A ridosso della cava si individuano i resti di un villaggio del neolitico nonché i resti di un abitato indigeno ellenizzato (VII-IV a.C.) con relative necropoli.

Il sito estrattivo, inoltre, è a soli 1,5 km ad ovest rispetto al pianoro sommitale di Monte Scalpello, sede di un vasto insediamento fortificato, da alcuni identificato con Sorgive Castellace, dotato di un articolato sistema difensivo di età bizantina-medievale e dove, dopo il 1524, si stanziò una comunità di monaci che fondarono l’eremo di Monte Scalpello, tuttora oggetto di pellegrinaggi legati al culto dei Corpora Sancta.

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