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Rapporti di mafia in provincia, parla il collaboratore Billizzi

Acquisite le dichiarazioni dell’ex sicario di Gela. Venerdì l’audizione

ENNA. Avrebbe conosciuto in carcere Calogero Ferruggia e sentito parlare di Giovanni Monachino, i due presunti capi della cellula siculo-lombarda di Cosa Nostra. E parlerebbe lungamente di Vincenzo Monachino, altro imputato, ma ritenuto una figura minore dalla Dda di Caltanissetta. Ci sarebbe questo nelle dichiarazioni del pentito Massimo Billizzi, ex sicario della mafia di Gela, acquisite, in attesa dell'audizione di venerdì, agli atti del processo «Triskelion», su Cosa Nostra di Pietraperzia e sulla cellula che sarebbe stata creata in Lombardia. Venerdì il pg di Caltanissetta Ferdinando Asaro sottoporrà a interrogatorio il fedelissimo del boss morto Daniele Emmanuello di Gela, che da circa un anno ha intrapreso una collaborazione con la giustizia. I riflettori sono tutti puntati verso l'aula Costa del Palazzo di Giustizia, dove sarà attivato il collegamento in videoconferenza per l'audizione del pentito, di fronte ai giudici della Corte d'appello nissena, presieduti da Salvatore Cardinale. I giudici avevano inizialmente deciso di spostare la corte in trasferta, ma poi hanno optato per la videoconferenza. Alla sbarra ci sono otto persone, condannate in primo grado, a vario titolo, per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Tra gli imputati figurano per l'appunto i presunti capi dell'organizzazione, Calogero Ferruggia e Giovanni Monachino, che presero rispettivamente 14 e 12 anni di reclusione in primo grado. I due sono entrambi difesi dall'avvocato Antonio Impellizzeri. Vincenzo Monachino, difeso dall'avvocato Giovanni Palermo, ha preso in primo grado 9 anni. Dopo l'audizione del pentito, già questa settimana, la parola passerà al pg per la requisitoria, poi potrebbe arrivare la sentenza.

J. TR.

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