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Minacce per appalti, chiesti 5 rinvii a giudizio

La procura antimafia di Caltanissetta vuole il processo per favoreggiamento e violazione della concorrenza

ENNA. La procura antimafia di Caltanissetta ha chiesto il rinvio a giudizio, per favoreggiamento e violazioni della concorrenza, dei cinque indagati dell'inchiesta "Nerone 2", dall'omonima operazione della squadra mobile di Enna, compiuta lo scorso marzo. Per l'accusa gli indagati sarebbero protagonisti un sistema di intimidazioni in grado di favorire negli appalti due imprenditori, rispettivamente del Catanese e del Palermitano, che furono arrestati anch'essi. Uno di loro, che vive a Raddusa, nel frattempo ha patteggiato. Il pm della Dda Roberto Condorelli ha stato chiesto il giudizio per gli aidonesi Vincenzo Scivoli, 43 anni, la sua compagna Elena Caruso di 42, Ivano Antonio Di Marco di 39 anni e Luigi Gugliara, 45 anni, accusati di illecita concorrenza mediante minacce; e per l'imprenditore di Isnello, provincia di Palermo, Nicola Crapa, accusato solo di favoreggiamento semplice. Crapa era stato scarcerato quasi subito e per lui è caduta già di fronte ai giudici del tribunale del Riesame l'ipotesi di concorso esterno in associazione mafiosa.

Fra gli indagati, l'altro a lasciare il carcere era stato Gugliara, difeso dall'avvocato Carmelo Lombardo, liberato quasi subito. Differente invece è la posizione di Scivoli, Caruso e Di Marco, già detenuti per altro, perché coinvolti nella prima operazione "Nerone"; e sono tuttora sotto processo in appello a Caltanissetta. Sono difesi dagli avvocati Gabriele Cantaro e Sinuhe Curcuraci. Crapa è difeso dagli avvocati Vincenzo Lo Re e Giuseppe Dacquì. Secondo le accuse, contestate a vario titolo ai cinque indagati dell'inchiesta, gli interessi del gruppo erano legati ai lavori di urbanizzazione della zona artigianale di Aidone. Per gli inquirenti Crapa, dopo aver subito un'intimidazione, mentre stava lavorando alla demolizione e ricostruzione di un fabbricato nel quartiere di San Giacomo, avrebbe rifiutato qualsiasi forma di collaborazione con gli inquirenti. E poi, sempre secondo l'accusa, avrebbe pagato il pizzo. Adesso si attende il momento in cui la cancelleria dei gup fisserà la data dell'udienza preliminare. Tecnicamente gli indagati potrebbero chiedere il rito abbreviato, formalizzando un'istanza subito dopo aver ricevuto l'avviso di fissazione di udienza o chiedendolo direttamente nel giorno dell'udienza preliminare. Se così non fosse, il gup dovrà decidere semplicemente se rinviarli a giudizio, eventualmente dinanzi al collegio penale del tribunale di Enna, o eventualmente proscioglierli, emettendo un decreto di non luogo a procedere, se ritenesse che gli elementi dell'accusa non fossero sufficienti a sostenere l'accusa a giudizio. Così evidentemente non la pensa la procura distrettuale, che per ora ha deciso di esercitare l'azione penale.

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