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Perdite economiche e licenziamenti, AcquaEnna cerca soluzioni alla crisi

Convocata per oggi pomeriggio al liceo linguistico un’assemblea con gli oltre 120 dipendenti. In primo piano il riordino dell’organico

ENNA. Questo pomeriggio alle 15,30 assemblea degli oltre 120 dipendenti di AcquaEnna nel salone del liceo linguistico di Enna bassa. Sul tappeto il riordino della dotazione organica dell'azienda. Ma si badi bene questo è il problema forse più evidente ma non il solo che riguarda l'intero sistema idrico provinciale. Un primo dato esprime in tutta la sua crudezza l'attuale momento di difficoltà. Il servizio era stato preso in consegna per fatturare la vendita di acqua per 15 milioni di metri cubi l'anno. Un tetto non toccato tanto che l'asticella si è fermata poco sopra gli 8 milioni di metri cubi l'anno. Quindi un dimensionamento aziendale che scricchiola, da qui la fase del riordino.
Un altro dato sconfortante riguarda le perdite della rete provinciale che la stessa AcquaEnna nel suo bilancio idrico 2010 ha certificato nel 50,7 per cento. Per il 2011 l'obiettivo era di abbassare le perdite del 7,7 per cento. E qui siamo al paradosso con i dati del capoluogo che tra l'altro non possiede le rete-colabrodo con più perdite. AcquaEnna per la città acquista un milione 769.496 metri cubi del prezioso liquido. Ne produce, o meglio ne estrae tramite i pozzi 860.820 mc e ne perde nelle condutture 859.422 mc, il 37,22 per cento. Insomma di acqua se ne perde tanta quanta ne viene prodotta. Non solo ma corre voce nell'ambiente che non ci sia un'efficiente manutenzione nei pozzi, qualcuno parla addirittura di abbandono. Secondo alcune indiscrezioni non confermate, dai pozzi si tirerebbero fuori 20 l\s mentre con l'Asen anche 38 l\s. Se poi consideriamo che oltre due terzi dell'approviggionamento idrico viene acquistato il costo complessivo sale notevolmente. Questo perché il costo dell'acqua è alto per via di due passaggi, Siciliacque ed Enel Power che gestisce la diga Ancipa. Per tentare di abbassare le perdite e risparmiare viene ridotto il flusso, ma questo determina meno servizi per la cittadinanza e meno incassi per la stessa azienda. Passaggi quindi che dilatano il costo.
AcquaEnna paga anche i ritardi biblici della Regione sia per gli investimenti, rifacimenti delle condutture, sia per il personale che dopo circa 8 anni non ha definito l'iter dei passaggi. E infine si arriva all'emergenza dei 13 lavoratori ex Asen dei quali 2 sono stati licenziati e per gli altri 11 si avvicina la data. Per passare all'organico AcquaEnna hanno atteso, ma invano, un decreto del presidente della Regione.
Problemi esistono anche per i 35 comandati di Siciliambiente scaduti il 30 novembre e che hanno ottenuto una proroga di 15 giorni. Insomma il sistema idrico in provincia è vicino al collasso e da settimane continuano a susseguirsi incontri interni all'azienda e con il sindacato. Quest'ultimo sembra disponibile ad un confronto a trecentosessanta gradi ponendo un baluardo ben deciso: la salvaguardia dei posti di lavoro. Chiaramente la questione più spinosa e impellente riguarda i 13 dipendenti ex Asen per i quali è stata chiesta la reimmissione in servizio.

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