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Crac edilizia, persi 1.500 posti di lavoro: "Investimenti calati del 25 per cento"

Il 2012 per le associazioni datoriali è stato l’annus horribils per uno dei comparti trainanti dell’economia locale

ENNA. Il 45 per cento in meno di investimento negli ultimi 3 anni e di cui il 25 per cento solamente nell'ultimo anno con la perdita di 1500 posti di lavoro. Sono i numeri drammatici del settore edile in provincia e a divulgarli sono insieme forze datoriali ovvero l'Ance, Cna, Confartigianato e Casartigiani e sociali come Cgil, Cisl e Uil che denunciano anche come le forze politiche e enti locali siano totalmente disinteressati a questo fenomeno che sta ormai raggiungendo proporzioni da soglia di attenzione. Una crisi che facendo le dovute proporzioni per la provincia di Enna equivale al doppio di quella di Termini Imerese o dell'Alcoa.

Ma oggi al settore non vengono a mancare solamente gli investimenti pubblico ma anche quelli privati con una riduzione di oltre il 50 per cento del mercato abitativo dovuto sia alla crisi economica ma soprattutto all'assenza di credito a medio termine alle famiglie che si è in pratica dimezzato solamente nell'ultimo anno.

E le imprese continuano a denunciare la cronica mancanza di liquidità “produttiva” per gli enti locali, con un tentativo sempre più gravoso di Stato e Regione di spostare le gravi mancanze di liquidità sui Comuni.

Ed a farne le spese sono ben 190 imprese in stato fallimentare o pre-fallimentare e 800 famiglie di operai che nel solo 2012 hanno perso l’occupazione e che assommati a quelli degli anni precedenti a partire in particolare dal 2009 fanno salire a 1500 i posti di lavoro persi nel settore con conseguente impoverimento per oltre 12 milioni di euro, solo di mancati salari. E sempre nel triennio 2009/2011 hanno cessato l’attività nella sola provincia di Enna in oltre 320 imprese. A questi dati le associazioni datoriali e sindacali denunciano un espandersi del fenomeno del lavoro nero di imprenditori totalmente abusivi, con implicite preoccupazioni per l’aumento di fenomeni deleteri come usura e criminalità mafiosa. Quindi ancora una volta viene chiesto che il prefetto convochi un tavolo di crisi del settore per cercare di individuare tutte le misure possibili per la ripresa del settore ed controllare se gli enti locali rispettino tutti gli adempimenti e procedure per bandire gli appalti pubblici.

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