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Nicosia, sacchetti pagati a peso d’oro: Catania: "Tutto falso"

L’ex sindaco replica al successore Malfitano: «È un disperato gesto teso a delegittimarmi, non c’è nulla di vero»

NICOSIA. “Mai pagato un sacchetto per la raccolta differenziata due euro”. Con questa affermazione, supportata dalle carte, l’ex sindaco Antonello Catania risponde alla notizia che era stata resa pubblica dall’attuale sindaco Sergio Malfitano. “Io e la mia amministrazione – sottolinea Catania - abbiamo sempre operato con trasparenza e quello di Malfitano è solo il tentativo disperato di un sindaco che cerca di nascondere la sua incapacità gettando fango in maniera scorretta sulla persone”.

In particolare la notizia era emersa a novembre scorso nel corso della relazione semestrale del sindaco Sergio Malfitano, quando con fatture alla mano l’attuale primo cittadino aveva tuonato contro la vecchia amministrazione che ad aprile scorso avrebbe pagato per i sacchetti che vengono forniti agli utenti, gratuitamente, per la raccolta differenziata una cifra record.

“Ogni sacchetto – aveva spiegato Malfitano - è stato pagato un euro e 70 centesimi e se ci aggiungiamo l’Iva arriviamo a ben due euro per ogni sacchetto. Una cifra che non si giustifica in alcun modo e non si giustifica ancora di più – aveva continuato - se si pensa che ad emettere la fattura è stata una ditta di calcestruzzi di Troina. Vorrei capire come fa una ditta di calcestruzzi ad emettere una fattura per i sacchetti e ancora di più vorrei capire come la vecchia amministrazione ha potuto giustificarne il pagamento. È una vergogna”. Adesso l’ex sindaco Catania risponde con fatture e bolle di accompagnamento alla mano.

“L’unità di misura per la fatturazione – spiega Antonello Catania – non è un singolo sacchetto, ma un chilogrammo di sacchetti. Come dimostrano – sottolinea - sia la fattura, che è la numero 66 del 17 febbraio del 2012, che la bolla di accompagnamento, che è la A 30 del 16 febbraio 2012”. Malfitano aveva parlato di sacchetti “della vergogna”, ma per Catania invece non c’è nessuna vergogna perché se un chilogrammo di sacchetti è costato 1,75 euro oltre Iva, ogni sacchetto è costato solo poche frazioni di centesimo di euro. “Vorrei sottolineare inoltre che la fattura di febbraio non è l’unica – continua Catania – infatti anche nelle altre fatture fino all’ultima, la 935, che porta la data del 27 settembre, l’unità di misura è sempre la stessa, ossia il chilogrammo”.

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