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Agira, scoppia il caso delle tariffe della mensa

Stessi costi per genitori abbienti e per quelli con redditi bassi: chiesto nuovo regolamento

AGIRA. Il costo della mensa non tiene conto del reddito delle famiglie e così scoppia il caso sulle tariffe. E così i più abbienti pagano quanto le famiglie di genitori disoccupati, che devono superare mille difficoltà per mandare i propri bambini a mangiare a scuola.

A parlare di ingiustizia, annunciando un imminente regolamento consiliare, per fare sì che, se entrambi i genitori lavorano, «contribuiscano di più rispetto alle fasce deboli o in caso di nuclei familiari privi di stabile occupazione», è il presidente del consiglio comunale Luigi Manno.

«Il servizio mensa - ha detto Manno- è uno degli interventi attraverso cui il Comune concorre alla realizzazione del diritto allo studio, consentendo agli alunni la partecipazione all'attività educativa e scolastica. E rappresenta un momento educativo e collaborativo con le famiglie, fondamentale per indirizzarle e sostenerle verso scelte e abitudini alimentari utili alla salute, alla crescita equilibrata ed allo sviluppo del gusto del bambino».

Ma cosa dovrà prevedere il regolamento?
Manno ha le idee chiare: «I nuclei familiari residenti nel Comune che presentino, unitamente alla domanda di iscrizione al servizio, una certificazione di reddito basso, avranno diritto alla riduzione tariffaria commisurata al valore di tale indicatore, calcolata in base alla appartenenza delle relative fasce di reddito».

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