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Rifiuti, loculi inaccessibili, poca luce: il cimitero resta opera "incompiuta"

Il Comitato promotore dei diritti dei cittadini del presidente Gaetano Vicari rincara la dose sul degrado

ENNA. Il Comitato promotore dei diritti dei cittadini del presidente Gaetano Vicari rincara la dose sul cimitero. Ormai da tempo arrivano segnalazioni sul degrado del luogo sacro. Struttura e mezzi non sono tenuti nelle migliori condizioni e così settimana dopo settimana si ripresentano ai visitatori i cumuli di rifiuti, gli alti loculi inaccessibili, un servizio elettrico che definire fuori norma è quasi un eufemismo. Ma c'è di più, funziona e non funziona. Alle continue rimostranze l'assessore comunale Gigi Savarese continua a ripetere: «Stiamo provvedendo».

Ma ormai è opinione comune che si tratta di una frase di circostanza perché questi problemi si riscontrano da anni e anni, ben prima dell'insediamento della giunta guidata dall'attuale sindaco Paolo Garofalo. Adesso arriva anche la segnalazione del Comitato dei cittadini che dà la misura del degrado, capre e cani randagi dentro il cimitero. «Le capre - dice Vicari - si cibano dei fiori delle tombe di famiglia e sono stati segnalati anche dei randagi. Insomma è uno scempio».

Ma il Comitato segnala pure la mancanza di cura di importanti tombe come quella del politico ennese Napoleone Colajanni, del primo seppellito nel cimitero locale, il vicario generale Giovanbattista Scarlata nel 1887 e la tomba di una principessa sconosciuta del '700 situata nel viale Santa Elisabetta. Per quanto riguarda Colajanni la scritta nella pietra ormai non si legge più e dovrebbe essere restaurata. Vicari chiede l'istallazione immediata di «corrimano lungo le ripide scalinate, solo alcune furono realizzate dall'allora assessore Lorenzo Colaleo e degli impianti Sos per aiutare i cittadini che si trovano in difficoltà dentro il cimitero». Il Comitato ha scritto un'altra nota indirizzandola al Comune, alla Provincia e al Provveditoriato agli studi per chiedere l'intitolazione dell'istituto tecnico locale al professor Salvatore Paxia, docente e preside. Nel 1988 la scuola per Geometri venne intestata a Paxia. Ma a seguito degli accorpamenti è prevalsa la dicitura Duca d'Aosta.

«Ora con tutto il rispetto storico per il Duca - continua Vicari - ma l'intestazione della scuola va al professore». Enna comunque è abituata a non valorizzare chi si è speso per la propria terra a favore degli esterni. Emblematico è il caso di vie e piazze importanti dedicati a illustri personaggi che sapevano ben poco della città. Probabilmente neppure la conoscevano. È il caso del re Vittorio Emanuele che in città si ritrova intestata la piazza più importante, San Francesco per gli ennesi, e una delle vie principali che attraversa lo storico rione del Popolo. E come non ricordare che la piazza antistante al Belvedere è intestata a Francesco Crispi, siciliano e presidente del consiglio dei ministri. Si distinse per aver ordinato la strage dei Fasci dei lavoratori nel 1893. Enna non pianse morti solo per l'intervento risoluto di Napoleone Colajanni, ma Pietraperzia, Troina e Nissoria si.

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