Enna

Giovedì 02 Maggio 2024

Beni confiscati, parte il monitoraggio

ENNA. La lotta alla mafia passa dalla Prefettura, che dispone un monitoraggio dei beni confiscati alla criminalità non gestiti da nessuno e due controlli nei cantieri, a Leonforte e Piazza Armerina, per prevenire infiltrazioni mafiose.
Case divise in quote e di difficile gestione, immobili ipotecati o sottoposti a procedimenti giudiziari. Sarebbero questi i motivi per cui in provincia di Enna due beni su tre, fra quelli confiscati alla criminalità organizzata, non vengono gestiti da nessuno.
È stato il prefetto Clara Minerva a fare il punto della situazione, convocando il nucleo di supporto per l'amministrazione e la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, costituito proprio nell'ufficio del Governo.
Il dato numerico, invece, emerge dalle statistiche pubblicate a settembre dall'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni, che conta 50 proprietà, 30 delle quali non sono in gestione nell'Ennese. Il problema, spiegano dalla Prefettura, è legato anche a difficoltà tecniche.
All'incontro hanno partecipato pure i rappresentanti di alcuni istituti di credito, al fine di dare impulso «a ogni possibile intervento - ha chiesto il prefetto Minerva - teso a rimuovere le criticità derivanti dalla presenza, a carico dei beni in argomento, di gravami ipotecari opponibili ai sensi di legge».
Intanto la Prefettura ha ordinato delle verifiche ispettive, finalizzate a prevenire possibili tentativi del crimine organizzato di insinuarsi all'interno di due cantieri della provincia. Si è trattato per la precisione di due controlli, da cui non sarebbe emerso nulla di significativo: non è segnalato dunque alcun tentativo di "infiltrazione o ingerenza" della criminalità.
Il gruppo interforze operante in Prefettura - costituito dalle forze di polizia territoriali, dalla Dia di Caltanissetta e dall'Ispettorato provinciale del lavoro di Enna - ha lavorato proprio per verificare l'eventuale sussistenza di tentativi della criminalità organizzata di inserirsi nell'esecuzione delle opere.
L'attività ispettiva è stata concentrata sul controllo delle imprese esecutrici presenti, delle maestranze e dei mezzi operanti nel cantiere.
Il primo accesso è stato fatto al cantiere per i "lavori di costruzione di dieci alloggi popolari e relative opere di urbanizzazione e sistemazione esterna" a Leonforte, in contrada San Giovanni, a due passi dall'ospedale Ferro Branciforti Capra.
Si tratta di lavori attesi da tanta gente, in corso nel comparto numero quattro del piano di edilizia economico-popolare, per un costo complessivo di un milione 157 mila euro.
Un secondo accesso è stato fatto al cantiere per i «lavori di ristrutturazione dell'Istituto Scolastico Majorana» a Piazza Armerina, interventi anche qui particolarmente importanti e costosi, dall'importo di un milione 74 mila euro. Anche qui, dunque, non si segnala nulla di anomalo

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