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Maltrattamenti al Quadrifoglio, l’accusa: "Bambini malnutriti"

Alla Casa alloggio di corso Sicilia avrebbero servito anche cibi scaduti

ENNA. "Al Quadrifoglio alcuni bambini erano malnutriti. E un bambino è stato chiuso più volte in una stanza al buio". Lo ha dichiarato un'ex operatrice al processo sul caso della casa alloggio "Il Quadrifoglio" di corso Sicilia. Imputata di maltrattamenti e malversazioni è l'amministratrice Olimpia Arangio; e, per maltrattamenti, due dipendenti, Stefania Cardaci e Fabrizio Russo. I tre sono difesi dagli avvocati Antonio Impellizzeri, Michele Caruso e Sergio Chiarenza. Altri quattro dipendenti, con l'abbreviato, presero pochi mesi per maltrattamenti, ma sono in attesa d'appello. Dunque ora procede il processo col rito ordinario, di fronte al tribunale presieduto da Elisabetta Mazza. Secondo una testimone, alcuni cibi erano scaduti e la Arangio avrebbe dato l'ordine di cancellare le date di scadenza. Un'operatrice, interrogata dal pm Marco Di Mauro, ha dichiarato che si sarebbe rifiutata di dare il latte scaduto ai bambini e l'avrebbe versato nel lavandino.

L'avvocato Impellizzeri, difensore della principale imputata, ha contestato le testimonianze: per la difesa chi accusa la Arangio dicendo di aver agito su suo ordine, non può essere considerato "testimone" ma "complice" (se le dichiarazioni fossero provate), dunque dovrebbe essere sentito con un avvocato. Il tribunale però ha rigettato l'eccezione. In aula poi un testimone ha invece detto l'esatto opposto degli altri, parlando di "condizioni igieniche buone", "cibi buoni" e mai scaduti, bambini "perfettamente lavati e profumati" e dicendo di non aver mai assistito a punizioni corporali da parte di nessuno, neppure dalla Arangio; che altri hanno descritto come molto autoritaria, pur precisando che le rispondevano a rima. Il teste è stato ripreso dal tribunale, perché in alcuni momenti sarebbe parso reticente, ma poi l'esame è proseguito regolarmente.

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