Enna

Venerdì 03 Maggio 2024

Sanità, un trapianto di menisco ed Enna è secondo polo d’eccellenza

ENNA. Non dovrà più sentire dolore, mentre camminerà. Una ragazza di 27 anni di Sommatino, in provincia di Caltanissetta, ha ottenuto un trapianto di menisco all'ospedale Umberto I di Enna.
Deve ringraziare un donatore del Veneto, a cui è stato espiantato il tessuto dopo la morte, ma anche i medici dell'ospedale ennese, che diviene la seconda struttura in Sicilia dopo Catania ad aver effettuato questo tipo di trapianto: è il primo intervento del genere nel cuore della Sicilia. A operare è stata un'equipe di medici del reparto di Ortopedia, diretto dal primario Mario Campisi: hanno operato i dottori Arcangelo Russo e Filippo Mendolia, coadiuvati dal dottore Antonino Niceforo, responsabile del reparto di Ortopedia della casa di cura Mater Dei di Catania.
«La paziente - spiega il dottore Russo - sette anni fa aveva subito un intervento a seguito di un trama alla gamba. I medici furono costretti ad asportarle un menisco e da allora, ma soprattutto nell'ultimo periodo, ha avuto dei dolori forti: era inserita in una banca dati in attesa di trapianto; e adesso, la dichiarazione di responsabilità di un uomo in Veneto, ha fatto sì che toccasse a lei ricevere il menisco».
La situazione della ragazza, racconta il medico, sette anni fa si era presentata come particolarmente difficile: era stata operata in un altro ospedale della Sicilia e tutto andò bene, considerato che questi traumi, in età giovanile, sono ancor più preoccupanti che per gli adulti. L'unico problema fu il fatto che i medici furono comunque costretti ad asportare il menisco.
Adesso l'intervento, che si è svolto sabato mattina all'Umberto I, è durato un'ora e tre quarti, e si è concluso con l'applicazione di un tutore, che la giovane dovrà tenere per un mese, ma poi, promettono i medici, non avrà più problemi: sono passati quattro giorni e non c'è stato alcun rigetto. L'intervento si è svolto a totale carico del servizio sanitario nazionale: la paziente era ricoverata in ospedale e ci è rimasta per quattro giorni. «Oggi è il quarto giorno dopo l'intervento e siamo già nelle condizioni di poterla dimettere - conclude Russo -. Tutto è andato per il meglio e lo dobbiamo alla disponibilità della Banca dell'Osso di Treviso, ma anche al contributo dato dai nostri dirigenti, in termini di disponibilità e di celerità nelle risposte di carattere tecnico e burocratico».
Russo per questo ringrazia, chiedendo di ricordare i dirigenti che si sono spesi in prima persona per snellire le procedure, elencando i dottori Libera Carta, Salvatore Ficarra, Emanuele Cassarà, Filippo Muscià e il commissario Giuseppe Termine.

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