PIAZZA ARMERINA. Ferma da dieci giorni la Tac dell'ospedale Chiello, utenti costretti a recarsi all'Umberto I di Enna per sottoporsi all'esame. A provocare il blocco del funzionamento della macchina sarebbe stato l'esaurimento del tubo radiogeno, componente tanto importante quanto costoso della tomografia assiale computerizzata, questo il nome scientifico della Tac. Un pezzo di ricambio per il quale occorrono 70/80 mila euro. Sarà opportuno acquistare il tubo fin da subito o valutare l'acquisto di una nuova Tac? La questione sarà affrontata, insieme ad altri punti riguardanti il presidio ospedaliero piazzese, questa mattina alla sede dell'Asp di Enna. Il sindaco Carmelo Nigrelli e l'assessore comunale alla Sanità, Innocenzo Di Carlo, incontreranno il nuovo manager dell'azienda sanitaria ennese per sottoporgli il problema e valutare quale strada possa essere percorribile. Il tubo radiogeno in realtà va incontro ad un periodico ricambio, tutto dipende dalla frequenza con cui la Tac viene utilizzata. «Domani mattina (oggi per chi legge, ndr) discuteremo molte cose con la direzione dell'Asp e anche della Tac, valuteremo insieme quale possa essere la soluzione migliore», ha spiegato l'assessore Di Carlo. Anche perché l'importante strumento diagnostico, fondamentale per individuare alcuni tipi di patologie, era stato acquistato alcuni anni fa non con fondi dell'azienda sanitaria, ma dietro iniziativa di un comitato cittadino che aveva promosso una raccolta di finanziamenti tra privati ed enti pubblici per dotare il nosocomio armerino dell'apparecchiatura fino a quel momento mancante. Nel corso dell'incontro verranno esaminati anche gli altri punti riguardanti l'attuazione del numero di posti letto previsti per il Chiello dopo le battaglie degli anni scorsi. Intanto rimane il disagio per quella fetta di utenza costretta a percorrere 50 chilometri in più per sottoporsi a questo tipo di esame. Un fatto che sta già facendo storcere il naso a molti. Il forte e contestato ridimensionamento della struttura sanitaria piazzese degli ultimi anni ha innalzato la soglia di attenzione alle vicende che ruotano attorno al presidio di contrada Bellia. Rimane alta, infatti, l'attenzione sulle sorti dell'ospedale e sulla qualità dei servizi da parte della società civile, dei comitati cittadini sorti spontaneamente nell'ultimo quinquennio e da parte dell'associazionismo locale. Di recente settori delicati come quello della Cardiologia avevano di nuovo infiammato le polemiche, con un teso scambio epistolare tra Sala delle Luci e la direzione dell'Asp.
Piazza, la tac ferma da dieci giorni Cinquanta chilometri per fare esame
A provocare il blocco l’esaurimento del tubo radiogeno, componente tanto importante quanto costoso
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