NICOSIA. Nel giro di una settimana sono più di 80 i millimetri di pioggia caduti sul territorio cittadino. Non si sono registrati danni gravi ma i terreni agricoli si sono trasformati in acquitrini impraticabili. Ben 35 millimetri di pioggia erano caduti nella notte del primo marzo mentre nella giornata di mercoledì 6 l'accumulo pluviometrico giornaliero è stato di 46 millimetri. Il maltempo è stato molto diffuso dalle zone orientali della Regione a quelle centro/meridionali. "Siamo in fase di verificare - spiega l'assessore Calogero Lociuro - possiamo dire che in città non si sono verificati danni importanti. Sono state segnalate varie infiltrazioni in bassi, ma rimaniamo in fase di monitoraggio per verificare anche la situazione nelle campagne". E proprio le campagne sono quelle che solitamente registrano i maggiori danni che emergono a diverse ore dalla fine della pioggia, di solito 24 o 48 ore. Infatti è solo dopo che i terreni si asciugano che si verificano smottamenti importanti. E se nel perimetro della città, come ha confermato l'assessore Lociuro non ci sono state frane e danni importanti il maltempo ha però peggiorato la percorribilità delle arterie che garantiscono i collegamenti esterni, mentre le forti raffiche di vento che mercoledì hanno falcidiato la città hanno reso difficile la vita ai pedoni.
Danni invece si sono registrati nella prima giornata del mese quando le fortissime raffiche di vento hanno divelto una recinzione nel quartiere di Monte Oliveto, dove alle prime luci dell'alba è stato necessario l'intervento dei vigili del fuoco per rimuovere lo staccato volato via. Sempre il vento aveva anche spezzato diversi rami di alberi e intorno alle 3 del mattino si era abbattuta sulla città una vera e propria "bomba d'acqua, che aveva provocato diversi allagamenti e trasformato le strade in fiumi. Venerdì scorso in meno di mezz'ora erano caduti circa 35 millimetri di pioggia e aveva provocato un lieve smottamento in contrada Magnana, con detriti caduti su una stradina secondaria.
Le imponenti piogge, nonostante la violenza degli agenti atmosferici, è stata benefica perché ha riempito sorgenti, pozzi e molti laghetti artificiali del territorio che dopo un'estate torrida erano rimasti a secco. Ma se le riserve idriche si sono riformate il problema si pone per la prevasca della discarica San Giovanni - Canalotto che aspetta una manutenzione che non arriva ancora. La prevasca infatti è ormai un laghetto.