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Truffa per fare il resort a Leonforte, arriva prescrizione

Prosciolti tutti gli indagati dell’affaire Villa Gussio: solo in due invece andranno sotto processo per reati fiscali

LEONFORTE. Prosciolti, per intervenuta prescrizione, tutti gli indagati nell'ambito della presunta truffa messa in atto per la realizzazione del resort Villa Gussio - Nicoletti. Solo Gaetano Barbaraci e Salvatore Gagliano andranno a processo per reati fiscali non rientrati nella prescrizione.
La decisione è stata presa ieri dal Gup del Tribunale di Nicosia, che doveva decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata, a maggio 2012, dalla Procura di Nicosia. Salvatore Gagliano, Silvestro Antonio Polizzi, Gaetano Barbaci, Luigi Longo, Francesco Gagliano, Sandro Francesco Puglisi, Giuseppe Degno sarebbero stati coinvolti, a vario titolo, in una truffa ai danni del ministero delle Attività produttive per un valore di circa un milione e 300 mila euro, che si era costituito parte civile.
La Procura sosteneva che gli indagati avrebbero utilizzato vari raggiri nella realizzazione e gestione del resort Villa Gussio - Nicoletti. Era citata anche la Gussio service Srl, nella persona del curatore fallimentare Carlo Di Marco, oltre all'ipotesi accusatoria di truffa con i fondi della legge 488, per un totale di circa due milioni e 300 mila euro, gli altri reati contestati erano false fatturazioni, falso in bilancio ed evasione fiscale. Il sistema messo in atto dagli indagati, adesso prosciolti, oltre a permettere la riscossione del finanziamento 488, avrebbe consentito, secondo quanto concluso dal procuratore Fabio Scavone, anche di evadere le imposte sui redditi e i versamenti Iva, grazie ad indebite detrazioni per spese e lavori inesistenti. Operazioni riportate falsamente in bilancio e nelle scritture contabili. I lavori di realizzazione di Villa Gussio vennero affidati ad una ditta individuale riconducibile ad uno degli indagati che aveva rivestito varie cariche nella Gussio service, ormai fallita.
I reati contestati dalla Procura, su oltre venti capi d'accusa, si erano consumati a partire dal 2005 e quindi molti erano prescritti già a novembre scorso quando si conclusero le indagini preliminari.

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