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Il ritorno del "Signuri di Li Fasci", finito il restauro a Pietraperzia

Il Crocifisso in tiglio della Chiesa del Carmine risale alla seconda metà del XVI secolo. Gli interventi eseguiti da Correnti

PIETRAPERZIA. Terminati gli interventi di restauro, è tornato nella sua nicchia della chiesa del Carmine il crocifisso di «Lu Signuri di Li Fasci» del Venerdì Santo. È un manufatto in tiglio della seconda metà del XVI secolo. Gli interventi, costati ottomila euro e circa quattro mesi di lavoro, sono stati effettuati dal restauratore Gaetano Correnti di Misilmeri.
Sono state rimosse le incrostazioni dei precedenti restauri e il Crocifisso riportato alla luce nel suo stato originario. Ora sono visibili anche particolari come i vasi sanguigni.

Il ritorno del Crocifisso è stato festeggiato con una messa in matrice presieduta dal vescovo di Piazza Armerina monsignor Michele Pennisi e concelebrata da don Giuseppe Rabita e don Giuseppe Carà, rispettivamente parroco della matrice e rettore della chiesa San Nicolò. In chiesa c'erano pure il viceparroco della matrice don Osvaldo Brugnone, il sindaco Enzo Emma, il colonnello Baldassare Daidone, del comando provinciale carabinieri di Enna, e il, luogotenente Pasquale Tumminaro, comandante la stazione carabinieri cittadina. Presenti pure il presidente del consiglio comunale Rosa Maria Giusa, la confraternita «Maria Santissima del Soccorso» e il suo Governatore Giuseppe Maddalena, il Governatore della confraternita «Preziosissimo Sangue di Cristo», Michele Corvo. Presente anche la Governatrice delle consorelle "Figlie di Maria Addolorata" Rocchina Scalieri oltre allo storico Maurizio Vitella che curerà una pubblicazione sul Crocifisso restaurato attraverso comparazioni «per capirne l'ambito culturale e il periodo di fattura».

I canti della messa allietati dal coro parrocchiale della matrice diretto dal maestro Pino Amico. Il vescovo, all'omelia, ha detto: "Per noi cristiani la croce non è simbolo di morte, sconfitta e maledizione ma simbolo di vita". Al termine della messa, il Crocifisso è stato riportato nella nicchia della vicina chiesa del Carmine da dove esce il Venerdì Santo per essere portato in processione, appunto Lu Signuri di li Fasci.

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