NICOSIA. Il consiglio comunale straordinario, che si è tenuto nel saloncino del convento dei frati Cappuccini limitrofo al carcere cittadino, ha approvato ieri un nuovo ordine del giorno contro la paventata soppressione della casa circondariale cittadina.
Al consiglio hanno partecipato anche rappresentanti istituzionali dei Comuni di Cerami, Leonforte e Sperlinga, a dimostrazione che la soppressione della casa circondariale non è un problema solo per la città ma dell'intero circondario. Presenti assieme ai rappresentanti delle forze dell'ordine anche le scuole con studenti e dirigenti, ma anche la società civile che ha affollato lo spiazzale antistante il carcere.
Importante anche la presenza di padre Santino Paternò che oltre alla solidarietà per la problematica ha sottolineato la presenza della Chiesa nella battaglia per salvare la struttura carceraria. "La Chiesa - ha affermato padre Santino - è vicina ai poveri e ai bisognosi e i carcerati, tra i poveri, hanno bisogno di risposte. Il territorio sta vivendo una situazione di emarginazione. Non bisogna subire, ma entrate nella mentalità di reclamare i propri diritti attraverso il dialogo".
Il sindaco Sergio Malfitano, visto che il taglio della struttura carceraria cittadina, è determinato dalla necessità di risparmiare, ha proposto che il Comune si faccia carico della ristrutturazione necessaria per adeguare la struttura agli standard richiesti. "Metteremo l'intera struttura carceraria a norma - si è impegnato Mlafitano - come prevedono i criteri europei".
Della problematica si era già parlato un mese fa, nella seduta consiliare del 18 febbraio che aveva approvato un altro ordine del giorno. Il carcere cittadino rientrerebbe tra quelli da chiudere, perché ospita meno di 100 detenuti, così come prevede il piano nazionale di riorganizzazione delle strutture penitenziarie in tutta Italia, sulla base della spending review, ma non ci sono notizie precise in merito. Non ci sono date precise ne tantomeno sono state comunicate, dal Ministero, le modalità dei trasferimenti.
"L'assoluto silenzio dell'Amministrazione penitenziaria sulla questione casa circondariale di Nicosia - spiega Giuseppe Trapani della segreteria provinciale Uil Pa - sta gettando nel angoscia i lavoratori del penitenziario che non sanno in quale limbo siano stati sospesi. E tutto questo senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, senza il consulto degli amministratori locali e ancora senza un dibattito per verificare se esistono le condizione per valutare la possibilità di mantenere la struttura in vita".
Il Consiglio: «Salvare il carcere di Nicosia»
Il sindaco Sergio Malfitano si è impegnato a mettere la struttura a norma, come prevedono i criteri europei
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