ENNA. Era una sera di luglio dell’anno scorso. Francesco (nome fantasioso), un giovane disabile affetto da distrofia muscolare, stava tornando a casa dopo esser stato in pizzeria con amici. Un rapinatore lo scaraventò a terra per strappargli una collana dal collo. Adesso il tribunale ha condannato a 5 anni e 4 mesi il presunto rapinatore, Vincenzo Trommino, 36 anni, originario della provincia di Enna residente in Lombardia. Trommino è difeso dall’avvocato Michele Caruso, mentre Francesco, che si è costituito parte civile, è assistito dall’avvocato Antonio Impellizzeri. Per l’imputato anche una multa da 1.600 euro, il pagamento delle spese processuali e di quelle di mantenimento in carcere durante la custodia cautelare. Il tribunale, presieduto da Elisabetta Mazza (a latere Andrea Salvatore Romito e Calogero Commandatore), ha condannato l’imputato anche risarcire i danni subiti dalla vittima, da liquidarsi in sede civile, e pagare una provvisionale immediatamente esecutiva di 5 mila euro
«Mi ritengo soddisfatto della sentenza – dice l’avvocato Impellizzeri -. Ha reso giustizia a un giovane disabile che con grande fatica e determinazione è riuscito a venire in tribunale per deporre e far valere le proprie ragioni». Secondo quanto riferito da Francesco, che sporse denuncia ai carabinieri di Valguarnera, l’11 luglio scorso era andato in pizzeria. A un tavolo vicino, a un certo punto, vide Trommino parlare con alcune persone e presentarsi a loro. Quel cognome gli rimase in mente. Poi, durante l’aggressione, si girò di scatto e vide in volto il rapinatore. I carabinieri svolsero le indagini e lui riconobbe la foto da un album. Poi ci fu l’arresto. Entro novanta giorni saranno note le motivazioni della sentenza.
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