ENNA. La seconda giunta Garofalo non è nata fra gli applausi. Le prime critiche e forse le più pesanti e le meno previste quelle del suo partito, il Pd. Comunque il «dado è tratto» e non è pensabile che il sindaco Paolo Garofalo faccia un passo indietro. Lo scenario non è dei migliori se già sulla carta, e mettendo dentro una grossa percentuale di ottimismo, questo nuovo esecutivo nasce minoritario in consiglio.
Teoricamente il Pd dispone di 13 voti, altri due potrebbero essere disponibili grazie alla «benevolenza» dimostrata sul campo dall’indipendente Mario Messina e dal vicepresidente del consiglio Salvatore Di Mattia Pid. Ma a conti fatti, il conteggio dello schieramento arriva al massimo a 15. Precisamente la metà di Sala d’Euno. C’è quindi bisogno d’altro e potrebbe correre in aiuto parte dell’Mpa, però non certamente Biagio Scillia. E poi, ecco l’aspetto più grave, nessuno può essere sicuro dell’estrema tenuta del gruppo Pd. Sulle barricate praticamente tutto il gruppo, parte dei dirigenti e, dalle ultime indiscrezioni, anche il deputato regionale Mario Alloro.
Tra l’altro la nuova giunta comincia il suo cammino con l’Everest da scalare. Nelle prossime settimane dovrà approdare in consiglio il bilancio di previsione 2013 che dalle prime notizie definirlo di «lacrime e sangue» è un eufemismo. Tanto è vero che Paolo Garofalo nella recente riunione di partito ha detto chiaro e tondo che sul bilancio non accetterà emendamenti trasversali sulla spesa. Da molti queste parole sono state interpretate nel modo più drastico: o il bilancio passa come preparato dall'amministrazione oppure lo sciogliete le fila sarebbe conseguenziale. E in effetti i rumors su una fine anticipata della consiliatura sono sempre più pressanti. Non a caso l’opposizione di centrodestra si sta già preparando.
Il sindaco alle corde dà l’aut aut sul bilancio
La seconda giunta Garofalo non è nata fra gli applausi. Le prime critiche e forse le più pesanti e le meno previste quelle del suo partito, il Pd
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