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Provincia di Enna, fine corsa dentro il baratro: già a rischio gli stipendi di luglio

Il 15 giugno l’Ente non esisterà più, ma si cerca di tamponare la grave situazione del bilancio in rosso

ENNA. Mercoledì scorso il direttore generale della Provincia Graziella Morreale insieme al ragioniere capo Gioacchino Gurrera ha incontrato a Palermo il magistrato della Corte dei conti Siracusa. Sul tappeto, il percorso che l'ente dovrà seguire nel caso in cui dovesse dichiarare il dissesto finanziario. L'incontro è servito a fare chiarezza sul alcuni aspetti, ma è stato deciso con i rappresentanti dell'Urps di convocare una riunione entro il 15 giugno con i rappresentanti delle altre Province. Infatti il rischio dissesto interessa altre amministrazioni provinciali. Intanto alla Provincia è già arrivata la nota dell'assessorato regionale alla Funzione pubblica che comunica la conclusione della consiliatura al 15 giugno. Quindi malgrado le rassicurazioni provenienti da Roma e Palermo ancora non c'è nessuna garanzia per evitare il dissesto. Esiste di certo ad oggi un grave problema di liquidità e da luglio non ci saranno più soldi nemmeno per pagare gli stipendi e a difendere l'ente non ci sarà né un'amministrazione né un consiglio che con tutti i limiti possibili e immaginabili hanno sempre un legame forte con il territorio. Fra pochi giorni ci sarà un commissario straordinario prefettizio, probabilmente non siciliano, e per questo avulso dai giochi politici e quindi poco propenso ad inserirsi nelle dinamiche di sala d'Ercole. A questo aggiungiamo una deputazione regionale numericamente bassa e nuova di zecca che ha difficoltà ad incidere nelle decisioni del governatore Rosario Crocetta. Insomma ci sono tutte le condizioni perché il territorio ennese paghi cara e amara la riforma delle Province in consorzi di Comuni e con essa la prospettiva futura. A questo punto diventa necessario l'intervento dei sindaci e a questo riguardo il primo cittadino del capoluogo Paolo Garofalo può recitare una parte fondamentale in questa trasformazione territoriale e istituzionale. Può fare da traino e da capofila nella battaglia. Intanto a pochi giorni dalla conclusione del mandato alla Provincia scoppia una nuova polemica, come se quelle già in atto non bastassero. Cos'è accaduto? Il presidente della Provincia Giuseppe Monaco ha comunicato ai sindacati e alle Rsu la volontà di cambiare ad un dipendente il profilo professionale da Istruttore direttivo statistico a Specialista attività contabili della categoria D, iniziale D1. La contestazione arriva dalla Cisl che ricorda a Monaco che non è un «atto di propria competenza» ma gestionale e quindi di competenza della dirigenza. Pertanto segretario territoriale e generale, Nino D'Alia e Gianfranco Di Maria, hanno diffidato il presidente Monaco a «non attuare l'intendimento il cambio del profilo».

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