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Onde pericolose dalle antenne radio: parte la petizione per Montesalvo

ENNA. Domenica scorsa è stata avviata dal consigliere comunale del Pd Paolo Timpanaro una raccolta di firme contro le antenne di Montesalvo. In poche ore le adesioni sono state oltre un centinaio. Nel tavolo installato in via IV novembre hanno presenziato anche un altro consigliere Pd Giacomo Falzone e l'assessore Lo Presti. L'obiettivo è di creare un comitato permanente fino alla definitiva delocalizzazione delle antenne.
L'iniziativa nasce anche dal fatto che i gestori degli impianti hanno fatto orecchio da mercante alla diffida del sindaco del 2011 che intimava loro di conformarsi a quanto stabilito dal tribunale. Posizionare le antenne delle radio private, le cui onde sarebbero le più pericolose, in due tralicci più alti: uno di 42 metri e un altro di 60 metri. Ma questo sarebbe solo il primo passo perché il sindaco Paolo Garofalo vuole varare un piano di fattibilità per la delocalizzazione.
«Le antenne di Montesalvo - dice Timpanaro - rappresentano un pericolo per la salute dei cittadini emettono radiazioni elettromagnetiche di gran lunga al di sopra dei limiti consentiti dalle legge». Il consigliere sostiene che «il Pd, dall'inizio della consiliatura, ha puntato l'attenzione su questa vicenda sollecitando interventi perentori». Nell'ottobre del 2011 è stato istituito un tavolo tecnico voluto dall'assessorato regionale all'Ambiente, dal Comune e dai gestori proprietari delle installazioni radiotelevisive. Dal confronto è scaturito un piano di risanamento che prevede l'innalzamento di due dei tralicci esistenti dove installare i ripetitori per ridurre la concentrazione delle emissioni. Dal canto suo il sindaco Garofalo ha attivato un canale istituzionale con il ministero dell'Ambiente al fine di approntare uno studio di fattibilità per l'eventuale delocalizzazione e il risanamento del sito. «Ad oggi però tutto rimane confinato nelle intenzioni. Ecco perchè - conclude Timpanaro - che si rende necessario avviare un'azione di sensibilizzazione e la costituzione di un comitato cittadino. Ritengo che a questo punto la mobilitazione sia d'obbligo».

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