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Un posto come guardie nell’Ennese, emergono particolari su truffa

Sette dei denuncianti hanno riferito agli investigatori di aver pagato 445 euro per partecipare al "corso" e acquistare un'uniforme; e di avere pure partecipato a un servizio di vigilanza all'Autodromo di Pergusa

ENNA. Sognavano di sistemarsi come guardie venatorie, guardie giurate, addetti alla circolazione, ai servizi di scorta o, addirittura, come "agenti speciali", figura che in Italia non esiste ma che ha il pregio di riportare alla mente i telefilm americani sull'FBI. Peccato che per quindici giovani della provincia di Enna, il sentiero veloce verso un'occupazione, che si erano illusi di aver intrapreso, si è rivelato una truffa. Emergono maggiori dettagli dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari relativo a sette ennesi, tra cui due donne - moglie e figlia dell'uomo-chiave del raggiro - accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa (ipotesi contestata a cinque di loro), truffa semplice, falso e usurpazione di titolo. L'avviso è stato notificato a tutti gli indagati e ai loro difensori, gli avvocati Antonio Impellizzeri, Silvano Domina, Sergio Bonincontro, Angelo Di Dio, Vincenzo Spagnuolo. Il personaggio principale dell'inchiesta, accusato di ben ventuno ipotesi di reato, è presidente di un'associazione che, secondo il sostituto procuratore Francesco Rio - che ha coordinato l'indagine degli uomini della squadra mobile, diretti dal vicequestore Giovanni Cuciti - «aveva natura giuridica di volontariato», dunque non poteva assumere nessuno: inoltre alcune «figure professionali» di quelle che venivano prospettate ai giovani aspiranti assunti sarebbero semplicemente "inesistenti". Uno degli indagati, inoltre, avrebbe anche usurpato una funzione pubblica, organizzando dei "servizi di polizia stradale" ad Acicastello, nell'estate del 2012. Sette dei denuncianti hanno riferito agli investigatori di aver pagato 445 euro per partecipare al "corso" e acquistare un'uniforme; e di avere pure partecipato a un servizio di vigilanza all'Autodromo di Pergusa. Per il servizio sarebbero dovuti essere pagati, ma non hanno visto un soldo. Un altro giovane della provincia sarebbe stato indotto a seguire un corso di maneggio e tiro con le armi e a conseguire un attestato, chiaramente a pagamento, di partecipazione a un corso di "difesa personale", al fine di essere assunto, magari, come "agente speciale": tra corso, attestato e uniformi, avrebbe sborsato 560 euro, tra novembre e dicembre del 2012.

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