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Regione pronta: vicina «morte» della Provincia

La stesura della riforma è ormai definitiva

ENNA. Il governo regionale guidato dal presidente Rosario Crocetta ha annunciato che nei prossimi giorni comunicherà all'Ars la stesura definitiva del disegno di legge per la soppressione delle Province e la costituzione dei Consorzi di Comuni e delle città metropolitane. Un annuncio che ha fatto aumentare le già forti perplessità negli ambienti politici siciliani. Ma i dipendenti della Provincia non sono perplessi ma preoccupati riguardo il loro futuro. Ecco perchè nei giorni scorsi hanno dato vita ad un comitato spontaneo che ha lo scopo di «lavorare in piena sinergia e in stretta collaborazione con tutti gli altri soggetti e parti sociali a difesa dell'indentità territoriale». A coordinare il nuovo organo sono quattro dipendenti della Provincia: Nicola Alleruzzo, Franco Marchese, Paolo Gargaglione e Manlio Ternullo. Rilevano anch'essi «un clima di assoluta incertezza» e sottoscrivono che prima di essere dipendenti dell'ente sono «cittadini del territorio, preoccupati per il futuro». Il coordinamento è stato creato perchè «non vogliono assistere passivamente ad una riforma che potrebbe cambiare il volto di intere comunità incidendo sul loro destino economico e sociale». Sono quindi tre i coordinamenti o le cabine di regia che lavorano per monitorare i provvedimenti che riguardano la soppressione della Provincia. Di quest'ultimo, quello dei dipendenti provinciali, è già stato detto. Nei giorni scorsi sono stati Cgil, Cisl e Uil ad attivare un tavolo che si riunirà nei primi giorni di settembre. Ed infine c'è la cabina di regia, la prima, voluta, come ultimo provvedimento, dall'ex presidente della Provincia Giuseppe Monaco e dall'ex presidente del consiglio Massimo Greco, la cui direzione è stata affidata a Cataldo Salerno, presidente dell'università Kore. Quest'ultimo ha già annunciato l'organizzazione di un convegno regionale sul tema, nell'auditorium dell'ateneo, nei primi giorni di settembre. A fronte di tanta attività c'è da registrare il silenzio quasi assoluto dei partiti politici. C'è anche da registrare lo scetticismo di chi ritiene altamente improbabile che entro il 31 dicembre l'Ars approvi una legge di riforma complessiva almeno per due motivi. Un primo riguarda la materia, particolarmente complessa e impossibile, a parer loro, da modificare in un lasso di tempo tanto stringato. Il secondo è di ordine normativo ed è sostenuto da Massimo Greco. Lo Statuto siciliano non contempla le città metropolitane e quindi l'inserimento di questa previsione necessiterebbe di una modifica nella "costituzione" della Regione. Questo passaggio propone tempi abbastanza lunghi che mal si coniugano con l'avvicinarsi di fine anno. Ma il presidente Crocetta crede nel risultato finale e da parte sua ha accellerato l'iter superando di fatto anche il lavoro messo in campo dai 15 saggi.

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