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Trise ad Enna, la tassa diventa concentrata Prendi una e paghi tre: ecco come

ENNA. Dal governo Letta una novità di questi giorni. Cancellate l'Imu, la Tares e la Tarsu, tasse che tanto hanno fatto discutere, spunta la Trise. È una tassa che va pagata sui servizi comunali, sugli immobili, sulla raccolta rifiuti. Dal primo gennaio se ne dovrà occupare, per l'esazione il Comune. E così il presidente della seconda commissione Michele Riccobene Pd ha pensato bene di dedicare una seduta per iniziare a discutere dell'applicazione della nuova tassazione. All'importante riunione erano presenti Cesare Fussone Altrementi, Enrico Grippaldi, Stefano Rizzo ed Angelo Salamone Pd, Dario cardaci Pdl, Giovanni Contino Open e Salvatore Di Mattia Pid. La nuova tassazione è stata introdotta dal ddl sulla stabilità per il 2014. «Il governo - dice Riccobene - ha previsto la Trise, un tributo sui servizi comunali. Il soggetto attivo del tributo è il Comune dove gli immobili sono assoggettabili». Ma ecco come si compone la Trise. In primo luogo comprende la Tari tributo sulla gestione dei rifiuti urbani ed assimilati; poi la Tasi che va a coprire i servizi indivisibili dei Comuni quali, per esempio, l'illuminazione pubblica e la manutenzione delle strade. «Per la Tari il governo richiede che venga assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio relativi al servizio che ricomprendendo anche i costi dello smaltimento dei rifiuti nelle discariche». Da questa tassazione rimangono esclusi i costi relativi ai rifiuti speciali al cui smaltimento devono provvedere i produttori. Il possessore a qualsiasi titolo di fabbricati, di aree scoperte nonché di quelle edificabili, a qualunque titolo adibiti dovrebbe coprire i costi relativi ai servizi indivisibili dei Comuni. La base imponibile della Tasi è analoga all'Imu che variava in funzione della tipologia di bene immobile interessato. «L'aliquota di base della Tasi è l'1 per mille che il Comune però può ridurre sino anche all'azzeramento. Risulterebbero assoggettati all'aliquota tutti i fabbricati a prescindere dal loro utilizzo dall'abitazione principale o alla seconda casa». Sembrerebbe quasi un'Imu camuffata. Va comunque detto che per l'anno 2014 il governo Letta ha «stabilito che l'aliquota massima della Tasi per l'abitazione principale non può superare il 2,5 per mille». Michele Riccobene infine segnala che «nel caso in cui l'unità immobiliare sia occupata da un soggetto diverso dal proprietario, ad esempio l'inquilino in affitto una parte della Tasi stabilita dal regolamento comunale e compresa tra il 10% e il 30%, dovrà essere versata dall'occupante». È stata comunque solo una prima discussione, adesso insieme all'assessore al Bilancio Vittorio Di Gangi le disposizioni sulla nuova tassazione dovranno essere calate nel concreto. Solo dopo si potranno proporre le prime proiezioni per capire se al contribuente verrà richiesto un ulteriore sacrificio e di quale quantità.

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