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«Le scale mobili si realizzeranno» C’è l’intesa tra Comune e Provincia

ENNA. Verrà a costare complessivamente 70 milioni di euro la realizzazione del percorso meccanizzato, scale mobili, tra la parte alta e la parte bassa del capoluogo. La cifra è stata resa nota ieri mattina al termine della sottoscrizione del protocollo d'intesa fra la Provincia e il Comune. Hanno apposto le firme rispettivamente il commissario Salvatore Caccamo e il sindaco Paolo Garofalo. Erano anche presenti per il Comune l'assessore ai Lavori pubblici Francesco Nasonte e il capo dell'ufficio tecnico Paolo Puleo. Per la Provincia il dirigente Giuseppe Colajanni. Il costo dell'opera sarà suddiviso tra un impegno pubblico, la Regione ha individuato i canali di finanziamento nella programmazione Comunitaria 2014/2020, per un massimo di 35 milioni di euro. Il resto dovrà essere investito grazie ad un patnerariato privato che poi potrà gestire l'opera per 30 anni. Ieri matttina sindaco e commissario hanno fatto chiarezza sul tracciato. È stato ripristinato quello originario che va da Enna bassa fino al centro città. È prevista anche la costruzione di due parcheggi multipiano, uno in zona Pisciotto di 450 posti e uno nei pressi del rettorato dell'università di 250 posti. E dopo la firma del protocollo d'intesa entra in campo proprio l'università ennese che con la sua facoltà d'Ingegneria ha preso l'impegno di predisporre gratuitamente il piano economico finanziario dell'opera. Riguardo il finanziamento c'è tanto ottimismo, infatti la Regione avrebbe inserito le scale mobili ennesi fra i primi posti della programmazione comunitaria con un alto grado di possibilità, quasi la certezza, di ottenere le somme. Comune e Provincia non disperano neppure nella ricerca del patner privato. «Riteniamo – dice Garofalo - che questa sia l'unica strada per rendere la viabilità cittadina più agevole e meno caotica. L'orografia del territorio non consente altro». E riguardo la possibilità di ottenere il finanziamento: «Sono estremamente fiducioso». Anche la Provincia ha continuato a credere nel progetto: «I nostri uffici – afferma Caccamo - hanno recuperato un investimento importante, che dà respiro all'occupazione e una risposta in termini di vivibilità alla città». L'idea nacque nel 2007 ma nel 2011, con ben 30 milioni di euro già nel cassetto, venne stoppata dal governo Lombardo “per il rischio inerente al territorio”. P.D.M.

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