ENNA. Quaranta minuti per percorrere poco meno di cinque chilometri. «Muoversi per Enna con i mezzi pubblici è ormai diventato un'odissea nello spazio», dice una studentessa alla fermata dell'autobus, scimmiottando il titolo del film di Kubrick. Questa non è una grossa novità in una cittadina dove le automobili superano il numero di familiari che compongono un unico nucleo, ma da quando alcune strade sono state interrotte, da mesi via Civiltà del Lavoro è impraticabile, e alcune corse sono state abolite, recarsi a Santa Lucia o Enna due (così chiamata) è diventato davvero difficile. Per percorrere circa cinque chilometri quelli che separano la città alta da quella bassa servono circa 40 minuti. Ma cosa ben più grave è che per raggiungere l'ospedale in contrada Ferrante, i minuti aumentano e anche la strada da fare a piedi. «Per recarmi in ospedale con la linea 3 -spiega la signora Concetta - ho impiegato 45 minuti e soprattutto ho dovuto fare un tratto di strada pericoloso a piedi, su un marciapiede pieno di sterpaglie». La corsa numero tre come quella due, non può scendere dalla via Civiltà del Lavoro e quindi salta la fermata dirimpettaia all'ospedale creando non poche difficoltà ai familiari dei pazienti (costretti a scendere nelle vicinanze di un chiosco omonimo all'università) ma anche a tutti gli studenti universitari carichi di libri che abitano in quella zona. È pensare che non molto tempo fa uno degli autobus Sais entrava nell'area ospedaliera quasi fino all'ingresso ma l'inciviltà dei automobilisti rese vano questo accordo. L'unico urbano che rispetta ancora quella fermata è il numero 5, che scende ogni ora circa e che tra le 14,10 e 17 lascia un buco di quasi tre ore. Per potenziare la stessa corsa e assicurare le vecchie fermate a Pergusa molti cittadini hanno fatto una raccolta firme.