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Piazza Armerina, il «fantasma» della fiera zootecnica

PIAZZA ARMERINA. Da quasi un anno è scomparsa dal calendario degli eventi di settore e rischia di uscire dai circuiti regionali che contano. La Fiera Zootecnica di contrada Bellia, l'evento fieristico mensile fino a poco tempo fa organizzato ogni ultima domenica all'interno dell'area ex Siace, rimane in una situazione di impasse.
«Da tempo non si realizza questo evento fieristico, uno dei più importanti del Mediterraneo, che ha sempre rappresentato un'attrattiva e ha portato alle casse comunali 50-60 mila euro l'anno, un'entrata che certamente non ci si può permettere di perdere», spiega Lillo Cimino, capogruppo del Partito Democratico, nel corso di un intervento in consiglio comunale.
«È intento dell'amministrazione organizzare nuovamente la fiera zootecnica, ma occorre superare alcuni ostacoli, problemi di diversa natura, tra i quali i controlli dell'Asp che ritiene sia più opportuno che la fiera si allestisca in un giorno feriale, perché la domenica non c'è personale disponibile, inoltre il servizio di anagrafe bovina la domenica non è attivo e questa tipologia di animali in questo modo non potrebbe entrare nell'area fieristica», ha riferito in aula l'assessore al Commercio Filippo Sammarco.
Rimane in alto mare, poi, la questione relativa all'acquisizione dell'area ex Siace di contrada Bellia, l'ex cartiera attualmente non appartenente al patrimonio comunale e sulla quale si trascina da tempo un contenzioso giudiziario che non ha portato alcun vantaggio per l'ente locale. L'area di 46 ettari negli anni sessanta era stata ceduta gratuitamente dal Comune alla Siace a fronte dell'impegno della società, poi mai avveratosi, dell'assunzione nella cartiera di almeno 600 operai in tre anni. E non essendosi la condizione avverata il contratto di cessione potrebbe essere annullato in sede civile. Le strade per ottenerne la titolarità sembrerebbero tre: quella della battaglia giudiziaria, con la restituzione per sentenza della proprietà dell'area, quella di un esproprio per ragioni di pubblica utilità e quella una transazione con la società. «Esistono altri motivi ostativi al ripristino della fiera?», hanno chiesto i tre consiglieri Manlio Marzullo, Manuela Lentini e Ivan Picicuto per il gruppo dell'Ncd, il quale ricorda come la manifestazione di carattere mensile «rappresenterebbe oggi un volano per introiti economici che andrebbero a ridurre il carico fiscale, oggi enorme, gravante sulle spalle di tutti i cittadini».
Nel giro di qualche anno il numero degli allevatori presenti all'appuntamento zootecnico si era di fatto progressivamente dimezzato. Meno allevatori, meno incassi, meno animali in vendita e meno visitatori. Una crisi contro la quale la giunta e il consiglio comunale della precedente legislatura avevano tentato di opporsi con una rimodulazione del regolamento comunale.

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