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Furti di bancomat, altri due finiscono nella rete della polizia

PIETRAPERZIA. Uno dei due, il catanese nato a Roma Gianluca Gobbi, 42 anni, è considerato uno dei protagonisti del furto di un bancomat all'Intesa San Paolo di Pietraperzia, che il 16 novembre scorso - nella notte fra venerdì è sabato - conteneva ben 40 mila euro, destinati a coprire i prelievi dell'intero week-end, quando fu sradicato e poi svuotato con una fiamma ossidrica.
L'altro, il catanese di 23 anni Fabio La Rosa, avrebbe partecipato all'organizzazione di un altro furto, ma tutto andò a rotoli perché quella notte la polizia fece una perquisizione nella campagna di un presunto componente della banda.
Adesso sono finiti entrambi in manette, e sale a ventuno il numero degli arrestati dell'operazione Shod Horse, condotta dagli agenti della squadra mobile di Enna, diretti dal vicequestore Giovanni Cuciti, che hanno sgominato una banda ritenuta responsabile di clamorosi furti, come quelli ai bancomat, in tre province, Enna, Catania e Agrigento. Gobbi, che vive a Gravina di Catania, era sfuggito alla cattura, in occasione dell'operazione. Ma adesso è stato rintracciato a Vaccarizzo, alle porte del capoluogo etneo, in una casa dove si era trasferito da poco.
Gobbi è accusato anche di un altro grosso furto, in cui i ladri provocarono danni per ben 60 mila euro, in un magazzino commerciale di vari tipi di prodotti a Canicattì, nell'Agrigentino. Poi è accusato anche della ricettazione dei mezzi che furono usati per compiere i furti. La Rosa invece si è consegnato spontaneamente al carcere catanese di Piazza Lanza. A lui sono stati contestati la ricettazione di mezzi e un altro furto aggravato, sempre in concorso con altri complici, ai danni di un altro magazzino di prodotti alimentari della provincia di Agrigento. La Rosa, si diceva, poi sarebbe stato presente in provincia di Enna il 31 ottobre scorso, quando, assieme ad altri, sarebbe stato organizzato un furto di bancomat. Quella notte però il colpo non andò a segno a causa di un guasto a un mezzo della banda, ma anche perché gli uomini della Squadra Mobile - che già stavano indagando sul giro e che dunque erano pronti a intervenire - avevano effettuato una perquisizione in un fondo agricolo di Assoro, nella disponibilità di uno degli indagati, Antonino Scaminaci, dove furono rinvenuti mezzi rubati, cappucci e guanti pronti per l'utilizzo.
Anche questo avrebbe indotto i malfattori a desistere dai loro propositi. E adesso i due catanesi sono finiti in manette. Ora si attende l'interrogatorio di garanzia.

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