Enna

Martedì 30 Aprile 2024

Nicosia, il giorno del lutto... contro i tagli

NICOSIA. Bandiere a mezz'asta per la festa della Repubblica che in città è stata giornata di lutto cittadino deciso con ordinanza dal sindaco Sergio Malfitano per dare un segnale forte contro i tagli statali che hanno portato alla chiusura del Tribunale prima e del carcere dopo, ma anche al declassamento dell'Agenzia delle Entrate a semplice sportello. Negli anni, o forse sarebbe meglio dire nei decenni, buona parte dell'economia di Nicosia si è retta sulla presenza dei presidi statali e sull'indotto che creavano. La loro soppressione sta avendo forti ripercussioni economiche e sta creando fortissimi disagi alla popolazione che è costretta a recarsi ad Enna per moltissimi servizi. Ieri mattina il Municipio esponeva a mezz'asta il tricolore, la bandiera dell'Unione europea ed il vessillo della Regione Sicilia. E anche al sit-in che da più di un mese raccoglie la protesta contro la soppressione del carcere è stato esposto un tricolore a lutto. La protesta poi si è estesa, così come era stato annunciato, anche alle manifestazioni organizzate dalla Prefettura di Enna e alle quali l'amministrazione ha deciso di non partecipare. «Ci sentiamo figli devoti di una Repubblica che amiamo e serviamo, oggi e per sempre, e la cui fedeltà mai tradiremo - spiega il sindaco Sergio Malfitano che con l'ordinanza sindacale numero 27 ha indetto il lutto cittadino - ma come veri figli, non possiamo non manifestare il nostro dolore, la nostra sofferenza, per il nostro amato Stato che, da un lato toglie, ma non è capace, dall'altro, di attuare politiche compensative». Il territorio si sente abbandonato e a dirlo sono anche movimenti e associazioni di categoria che negli ultimi due anni non si sono risparmiati nelle proteste. «Dopo la chiusura del Tribunale - continua Malfitano - è stata disposta anche quella del carcere cittadino. L'ennesima chiusura di un presidio dello Stato, l'ennesimo scippo frutto di quella logica dei tagli lineari, di una spending review che non tiene in nessuna considerazione non solo le ragioni di un territorio ma neanche il dialogo con le stesse comunità locali». Da sempre il territorio ha chiesto un dialogo istituzionale per trovare soluzioni concordate, ma nonostante gli incontri non siano mancati, così come non sono mancate le promesse, una interlocuzione piena e una vera disponibilità non ci sono mai state.

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